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Una presenza significativa in una storia di successo
Giovanni Finocchietti
 


Le università italiane hanno ottenuto ottimi piazzamenti nelle selezioni svolte nei mesi scorsi per i bandi pubblicati all’inizio del 2009 dalla Commissione Europea e dall’Agenzia esecutiva Eacea. Tali bandi erano finalizzati a selezionare un gruppo di nuovi corsi di livello master e di dottorato che avvieranno le attività formative con l’anno accademico 2010-2011, a confermare la presenza di un certo numero di corsi selezionati nei primi anni del Programma e giunti alla fine del primo periodo di sostegno, e a selezionare i progetti di mobilità per la “Finestra di cooperazione esterna” (Ecw-External Cooperation Window) per l’a.a. 2009-2010.
In risposta al Bando Erasmus Mundus-Azione 1A e 1B per l’a.a. 2010-2011 sono state presentate 330 candidature per progetti di corsi elaborati da altrettanti consorzi di università e altre istituzioni d’istruzione superiore di paesi dell’Unione Europea e di paesi terzi: 187 progetti hanno riguardato corsi di livello master (Emmc-Erasmus Mundus master corse) e 143 corsi di dottorato (Emjd-Erasmus Mundus joint doctorate). Il numero di progetti per corsi di livello master è in linea con la tendenza alla crescita degli ultimi anni, e conferma l’interesse dimostrato dalle università europee. Il successo del Bando per i dottorati non era invece scontato, sia perché il 2009 ha visto l’esordio di tale bando, sia perché il modello di dottorato congiunto proposto dal Programma è di indubbia complessità. Per questi motivi, il numero consistente di progetti di dottorato congiunto presentati da un lato conferma l’interesse crescente in Europa per un modello di corso integrato proposto dal Programma sulla scorta degli obiettivi del Processo di Bologna, dall’altro indica che molte esperienze di dottorati internazionali già in corso hanno cercato il riconoscimento di qualità garantita dal “marchio” Erasmus Mundus. E questa circostanza costituisce anche un indicatore del riconoscimento della bontà del Programma e della rilevanza del supporto scientifico ed economico che esso fornisce.
Le università italiane hanno presentato 21 candidature di Emmc in qualità di coordinatori; un’ulteriore candidatura è stata presentata da un conservatorio musicale, per un totale di 22 progetti di corsi congiunti di livello master coordinati da istituzioni italiane (12% del totale). Per quanto riguarda i progetti di dottorato congiunto, l’Italia si pone al primo posto per numero di progetti presentati: ben 43 candidature di Emjd (30% del totale) hanno visto un’università italiana in veste di coordinatore.
Le università più “attive” in termini di partecipazione (fra le altre, Bologna, Padova, Roma “La Sapienza”, Torino, Genova e i politecnici di Torino e di Milano) hanno confermato anche quest’anno il loro forte interesse per lo sviluppo di corsi integrati internazionali. È molto importante segnalare che, a fianco di questi atenei, di dimensioni medio-grandi e fortemente impegnati in direzione dell’internazionalizzazione della didattica e della ricerca, si candidano oggi a realizzare corsi integrati secondo il modello proposto da Erasmus Mundus anche molte “nuove” università, spesso di dimensioni medio-piccole, localizzate in provincia e/o in regioni meridionali. Queste università scontano spesso una oggettiva – e nota – maggiore difficoltà a impegnarsi sul terreno dello sviluppo di corsi congiunti. Fra le altre, si possono citare a riguardo i casi delle università del Salento, del Molise e del Piemonte orientale, di Camerino, Bergamo Perugia, Cassino, Palermo, Catania e Cagliari. Il Bando ha registrato anche l’arrivo consistente di progetti dalle
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