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Pochi giorni dopo l'approvazione della legge Gelmini che contiene le norme per la riorganizzazione delle università, del personale accademico e del reclutamento, la FUCI ha commentato il testo della legge con un documento pubblicato sul proprio sito. In questo documento si legge innanzitutto che la Federazione ha accolto l'invito del ministro Gelmini ad una lettura serena e senza pregiudizio del testo della riforma.
"Entrando nel merito del disegno di legge, emergono luci e ombre. Quello che ci preoccupa in modo particolare è il fatto che gli obiettivi di efficienza, trasparenza, merito sono affidati in buona misura a regole future, a decreti del Governo e il testo della riforma manca di fissare direttive forti circa questi temi".
Il documento passa poi ad analizzare i tratti salienti della riforma. Sulle nuove norme relative ai rettori, gli studenti aderenti alla FUCI concordano "sulla necessità di mettere a punto dei criteri che ridimensionino il potere dei rettori, cresciuto enormemente negli anni, ma allo stesso tempo ci interroghiamo circa la proposta prevista dalla Riforma che introduce il vincolo dei due mandati. Potrà questo garantire una reale e fisiologica alternanza in questa carica, mentre intanto si delineano nuove competenze per il Rettore quali ad esempio la proposta di nomina della nuova figura del direttore generale?".
Il documento analizza anche le questioni relative alla valutazione della ricerca e della didattica e sulla spinosa questione dei ricercatori. "Non si tratta quindi di discutere circa valutazione si/valutazione no, ma piuttosto di chiarire come si valuta. E a questo la Riforma non risponde. Circa i ricercatori a tempo determinato, la previsione del cosiddetto sistema di "tenure-track", che permetterebbe ai ricercatori, dopo un periodo di massimo 6 anni, di diventare professore associato, contrasta con la mancanza di risorse da destinare ai suddetti contratti di ricerca. Quella che potrebbe essere una norma innovativa a favore del merito e dei ricercatori più bravi, corre il rischio di trasformarsi in una mannaia contro di loro nel caso non vengano destinate adeguate risorse".
Una nota finale sul diritto allo studio: "il Fondo per il merito che viene istituito rischia di rimanere un contenitore vuoto e ci sono ampi margini per chiedersi con seria preoccupazione quali risorse ci saranno per gli studenti capaci e meritevoli ma privi di mezzi".
Leggi il comunicato stampa.
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