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Il governo olandese ha annunciato tagli fino a 500 milioni di euro all'anno per l'istruzione superiore, multe agli studenti che non riescono a completare gli studi nei quattro anni stabiliti e l'abolizione delle borse di studio agli studenti delle lauree specialistiche.
Tali misure hanno provocato dure reazioni: 15.000 studenti e 1.000 fra docenti e personale amministrativo hanno sfilato lo scorso gennaio all'Aia contro Halbe Zijlstra, Sottosegretario di Stato all'istruzione, alla cultura e alle scienze. Successivamente, l'Associazione nazionale degli studenti olandesi (LSVB), insieme ai rettori e ai sindaci delle città universitarie, ha diramato un manifesto che dà voce all'inquietudine generale per l'impatto negativo che i tagli avranno sull'occupazione e sul clima sociale e culturale del paese.
Si teme, infatti, il licenziamento di gran parte dello staff accademico - da 5.000 a 7.000 persone entro il 2015 - sebbene tale cifra venga contestata dal governo. Zijlstra, dal canto suo, ha ribadito la necessità di ridurre il finanziamento statale e di fissare un limite di tempo agli studenti al fine di mantenere sotto controllo la spesa per i prestiti. Ha inoltre cercato di tranquillizzare gli animi, affermando che gli atenei possono attingere alle riserve accumulate, pari a 2,9 miliardi di euro secondo le stime del ministero.
Jo Ritzen, Rettore uscente dell'Università di Maastricht e già Ministro dell'istruzione superiore, rimarca il profondo nesso che lega la ricerca pubblica a quella del settore privato (R&D) e aggiunge: «Corriamo il serio rischio che si arenino i tentativi del governo di mantenere e migliorare il posizionamento dei Paesi Bassi tra i primi cinque paesi europei nel campo dell'istruzione e della ricerca universitaria. Ed è difficile capirne i motivi».
Elena Cersosimo
(Fonte: www.universityworldnews.com)
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