|
|
|
|
Secondo un recente rapporto (Increased Insight through a Greater Global View, pubblicato il 14 giugno 2013), sono diminuiti notevolmente i danesi che studiano all'estero. Vengono di conseguenza proposte 31 misure per portare dal 17% al 50% il numero degli studenti danesi che trascorrono un periodo di studio o di tirocinio all'estero.
La prima parte della strategia mira a un ulteriore rafforzamento della dimensione internazionale all'interno delle istituzioni danesi e a migliorare la competenza degli studenti nelle lingue estere. La percentuale di studenti danesi che, ad oggi, ottengono un titolo in un altro paese è del 3,2%, contro il 3% della Finlandia, il 4,3% della Svezia e il 6,7% della Norvegia. Ritroviamo dati analoghi anche per gli studenti Erasmus, che tra l'altro rimangono nell'area dei Paesi nordici, o al massimo si spingono in Olanda e in Francia.
Il rapporto, invece, individua nell'allargamento dell'area di mobilità degli studenti una preziosa occasione per penetrare nuovi mercati. 563 studenti danesi hanno visitato nel 2011 il Brasile, l'India, la Cina, il Messico e la Corea del Sud: da qui al 2020, tale numero potrebbe crescere del 15% all'anno, anche grazie ai titoli congiunti. Inoltre, sono in aumento i danesi che scelgono di studiare in paesi non anglofoni; le competenze linguistiche e una preparazione di respiro internazionale sono molto richieste per lavorare nel settore privato.
Tra le iniziative suggerite nel rapporto ci sono la creazione di un piano di prestiti (100.000 corone danesi, circa 13.500 euro, per studente), l'introduzione di una "finestra di mobilità" per i periodi di studio trascorsi all'estero e una normativa più flessibile per il riconoscimento dei titoli: stando al rapporto, infatti, i corsi seguiti all'estero non pesano nel punteggio della laurea.
Elena Cersosimo (11 luglio 2013)
(Fonte: University World News del 22 giugno 2013, Minister acts to raise number of Danes studying abroad)
|
|
|