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I Cirt - Consorzi interuniversitari di ricerca tematica si sono incontrati alla Crui il 17 maggio per discutere su "Il valore aggiunto dei Consorzi interuniversitari di ricerca nel sistema ricerca nazionale e internazionale - Presentazione delle migliori esperienze dei 15 Cirt" e quindi ribadire il loro ruolo «complementare e non alternativo» agli atenei nella ricerca. I Cirt, infatti, sono nati per favorire la collaborazione tra atenei, enti di ricerca e aziende raccogliendo ottimi risultati. Nonostante questo, il Miur ha azzerato gli stanziamenti ad essi destinati già nel 2013 e nel 2015, e al momento non ci sono tracce di finanziamento nella bozza di Fondo di Finanziamento Ordinario 2016. Una situazione che si traduce inevitabilmente in una discontinuità nelle attività di ricerca e nella difficoltà di elaborazione di nuovi progetti.
Ad aprile, le senatrici Di Giorgi, Ferrara, Idem e Puglisi avevano presentato un'interrogazione per segnalare il problema, sottolineando che «i Cirt si contraddistinguono per un'alta efficienza gestionale e per bassi costi di struttura». Il Programma Nazionale della Ricerca (PNR) approvato dal Governo evidenzia le linee di sviluppo della ricerca italiana nei prossimi anni: se si vuole investire nella ricerca, in linea con la strategia Horizon 2020, non bisogna solo ridurre gli sprechi ma anche sostenere gli attori – come i Cirt – che aumentano la capacità complessiva del sistema di sviluppare ricerca e promuovere la formazione di giovani ricercatori. A tal fine, i Cirt hanno chiesto l'istituzione di un "tavolo tecnico" di confronto che riunisca i rappresentanti di Miur, Crui e Cirt per restituire a questi ultimi i finanziamenti di cui hanno bisogno in un quadro di programmazione triennale.
I 15 Cirt hanno presentato un documento che evidenzia il loro ruolo, tutt'altro che secondario, nel panorama della ricerca a livello sia nazionale che internazionale: favoriscono gli atenei nella partecipazione ai bandi, cofinanziano borse di dottorato, assegni di ricerca e periodi di formazione all'estero per giovani ricercatori, facilitano le partnership con enti di ricerca e aziende e la partecipazione a reti internazionali di ricerca. Infatti, grazie ai Cirt, sono nati network di ricerca tematica in campi diversi: scienza e tecnologia dei materiali, informatica, telecomunicazioni, biotecnologie, scienze del mare, etc. È evidente che i Cirt operano su un terreno di integrazione e non di competizione con gli atenei: in virtù di questo ruolo pubblico, fino al 2012 erano state loro erogate risorse statali (seppure in costante decrescita) all'interno del Ffo del sistema universitario. I fondi del 2014 sono stati distribuiti solo recentemente; i 2 milioni di euro previsti nella proposta di Ffo 2015 sono stati cancellati all'ultimo momento nel testo definitivo, con le ricadute negative che si possono immaginare. Bisogna aggiungere che i Cirt si sono sottoposti volontariamente e onerosamente alla VQR 2004-2010 (Valutazione della Qualità della Ricerca) dell'Anvur (Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca) ottenendo un'ottima qualificazione, e lo stesso stanno facendo per la VQR 2011-2014.
Isabella Ceccarini (25 maggio 2016)
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