I flussi migratori per motivi di studio rappresentano nella società mondiale un fatto rilevante, sottoposto pertanto ad analisi e verifiche periodiche. Aumentati in un decennio di più del 70 per cento, oggi si calcola siano 2,5 milioni i giovani che frequentano corsi di istruzione superiore fuori del loro paese: di gran lunga in testa sono i cinesi (400mila), seguiti da indiani(250mila), sudcoreani, tedeschi e giapponesi. Cinesi ed indiani sono determinanti per il primato in un’altra classifica, quella per continenti, che vede l’Asia, con il 45% degli studenti “internazionali”, distanziare l’Europa (28%), l’Africa (12%) e le Americhe (10%).
Fra i rapporti più recenti che analizzano il fenomeno delle migrazioni universitarie vi è quello dell’agenzia francese CampusFrance, basato su elaborazioni statistiche dell’Unesco e del Ministero francese dell’Educazione. Gli Stati Uniti sono il paese che continua ad avere la maggior attrattiva nei confronti degli studenti stranieri: con i quasi 600.000 iscritti nelle sue università accoglie un quarto dell’intero flusso, precedendo la Gran Bretagna (330.000 stranieri), la Francia (266.000), la Germania (260.000). Sorprendente è la quinta posizione dell’Australia con 260.000 studenti immigrati, nonostante la sua ridotta dimensione demografica se comparata con il gigante statunitense ed i paesi europei summenzionati.
L’Italia ospita 42.500 studenti internazionali ed è preceduta in Europa anche da Austria, Svizzera, Belgio e Spagna.
La rubrica monografica “Il trimestre”del numero 110 di UNIVERSITAS è dedicata agli studenti internazionali.