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Il 12 dicembre scorso l'ex Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Stefania Giannini, ha firmato il decreto ministeriale 987/2016, Autovalutazione, valutazione, accreditamento iniziale e periodico delle sedi e dei corsi di studio universitari.
Il nuovo decreto "Ava" (che modifica molti passaggi del precedente Dm. 47/2013) fissa i criteri di accreditamento dei corsi di laurea e, tra le altre cose, istituisce in via sperimentale le cosiddette lauree professionali. Il via ai nuovi corsi di laurea è previsto a partire dall'anno accademico 2017/2018. Una prima sperimentazione su alcune classi di laurea riguarderà gli ordinamenti didattici già esistenti. I corsi saranno erogati a numero chiuso (saranno ammessi non più di 50 studenti per corso) e richiederanno il coinvolgimento di un congruo numero di tutor appartenenti alle aziende coinvolte nei percorsi formativi.
Allentando i vincoli di docenza riferiti ai cfu caratterizzanti (che non potranno scendere al di sotto del 50%), il decreto prevede l'incremento delle esperienze tirocinanti e delle attività professionalizzanti: "il progetto formativo è sviluppato mediante convenzioni con imprese qualificate, ovvero loro associazioni, o ordini professionali che assicurano la realizzazione di almeno 50 cfu e non più di 60 cfu in attività di tirocinio curriculare, anche con riferimento ad attività di base e caratterizzanti" (art. 8, comma 2, lett. a).
Il decreto stabilisce dettagliatamente i criteri che le università dovranno rispettare ai fini dell'accreditamento: ogni ateneo potrà proporre al massimo un corso di laurea per anno accademico. Entro un anno dalla laurea, almeno l'80% degli studenti dovrà possedere un impiego, pena il mancato accreditamento del corso per l'anno accademico 2021/2022.
Non nasconde la sua soddisfazione la Conferenza dei Rettori (Crui), che ha contribuito alla definizione dei nuovi percorsi formativi. Nella seduta del 21 dicembre scorso l'Assemblea della Crui ha espresso il proprio apprezzamento per l'avvio delle lauree professionali. "Si tratta di un passo nella giusta direzione" ha sottolineato Gaetano Manfredi, Presidente della Crui. "L'Università e il mondo del lavoro collaborano ormai da decenni per garantire lo sviluppo culturale economico e sociale del Paese. Gli studenti chiedono sempre più attività di tirocinio curriculare e occasioni di formazione meno teorica. Da ora in poi esiste un quadro di riferimento che fa sì che la collaborazione fra atenei e tessuto produttivo non sia demandata solo all'iniziativa dei singoli e al lavoro certosino sul territorio. Da ora in poi esistono parametri condivisi che aiuteranno anche studenti e famiglie nella scelta del corso di studi. Si tratta di una sperimentazione che andrà monitorata, analizzata e valutata con serietà e trasparenza".
Andrea Lombardinilo (4 gennaio 2017)
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