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Autonomia degli atenei a rischio. Questo è uno dei timori della comunità accademica, confermato anche dal Consiglio di Stato, in riferimento allo Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, avente ad oggetto «Disciplina del Fondo per le cattedre universitarie del merito Giulio Natta»istituito ai sensi dell'art. 1, commi 207-212, della legge 28 dicembre 2015, n. 208. La questione nasce dalla istituzione di 500 cattedre universitarie intitolate al fisico Giulio Natta e rivolte ad esperti di elevato merito scientifico, in procinto di essere reclutati da commissioni nominate dal Governo, in deroga ai parametri valutativi introdotti dall'Anvur per il reclutamento di professori associati e ordinari.
Il Fondo per le cattedre "Giulio Natta" è stato istituito dalla Legge di stabilità 2016: «Al fine di accrescere l'attrattività e la competitività del sistema universitario italiano a livello internazionale, nel rispetto dell'autonomia degli atenei, nello stato di previsione del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca è istituito, in via sperimentale, per finanziare chiamate dirette di studiosi di elevato e riconosciuto merito scientifico [...] un fondo speciale denominato "Fondo per le cattedre universitarie del merito Giulio Natta", al quale sono assegnati 38 milioni di euro nell'anno 2016 e 75 milioni di euro a decorrere dall'anno 2017». (Art. 1, comma 207).
I candidati alle cattedre Natta non saranno sottoposti alle consuete procedure di valutazione comparativa e, in particolare, non dovranno sottostare alla scure dell'Abilitazione scientifica nazionale. Un aspetto che non è sfuggito al Consiglio di Stato, che si è pronunciato nel merito con il parere n. 02303/2016 del 4 novembre 2016.
I quattro rilievi fondamentali che i giudici amministrativi sottopongono all'attenzione del Governo riguardano il rispetto dell'autonomia, il carattere sperimentale e straordinario del reclutamento, lo status speciale del professore reclutato con il fondo Natta, il riordino dei settori concorsuali secondo le aree Erc. Il Consiglio di Stato richiama, in particolare, la necessità di salvaguardare il principio dell'autonomia, nel tentativo di «rendere il regolamento pienamente coerente con i principi costituzionali» (dell'autonomia universitaria in primis) e con il sistema normativo vigente, che prevede il reclutamento per chiamata diretta di studiosi di chiara fama.
Il caso delle cattedre Natta ha avuto ampia eco sulla stampa. Duro l'attacco di Eugenio Mazzarella nel "Corriere della Sera" del 20 ottobre 2016: «Mi auguro che nell'università italiana, a cominciare dalla Crui, non ci sia più alcuna acquiescenza a misure che umiliano l'università e la stessa dignità della funzione intellettuale di chi vi lavora. Problemi l'università italiana ne ha, e il principale è il sottofinanziamento cronico».
Nell'adunanza del 19 ottobre 2016 il Consiglio universitario nazionale (Cun) ha mosso non pochi rilievi alle procedure di reclutamento delle cattedre Natta: «L'introduzione nel sistema universitario di figure di professori con prerogative differenti e più vantaggiosi rispetto al resto dei docenti andrebbe attentamente pesata e coordinata con la normativa vigente, soprattutto in relazione ai meccanismi di gestione degli organici da parte degli Atenei. Le norme proposte per la formazione delle Commissioni giudicatrici non appaiono allineate alle migliori pratiche internazionali ed avrebbero gravi ricadute sull'autonomia costituzionalmente riconosciuta al sistema universitario».
Andrea Lombardinilo (14 novembre 2016)
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