Una bizzarra ma originale proposta viene dal Ministro dell’istruzione e della ricerca tedesco Annette Schavan: finanziare l’istruzione superiore e la ricerca per risollevare l’economia del paese. La Schavan sostiene che investendo circa 15 miliardi di euro nelle infrastrutture dell’istruzione superiore e offrendo incentivi fiscali a piccole e medie imprese da spendere maggiormente nella ricerca si può dare nuovo slancio agli affari. Le sue proposte fanno parte di un più ampio progetto che coinvolge anche il commercio, l’industria locale, e più nello specifico il settore delle costruzioni, l’edilizia scolastica, etc. La domanda complessiva sarà stabilita sulla base delle richieste di rettori e presidenti.
Ogni istituzione riceverebbe una media di 100.000 euro, a seconda del numero degli studenti. A suo dire i benefici sarebbero innumerevoli e si tradurrebbero nella conservazione dei lavori locali, in maggiori entrate fiscali, in un paese rinnovato dopo un periodo di crisi e nella fine delle polemiche sul degrado di molte istituzioni.
Alcune obiezioni sono state sollevate dal GEW (Germany's Teachers' and Scientists' Trade Union) che, pur apprezzandolo, ritiene che il programma sia irrealizzabile. Il suo presidente, Ulrich Thone, sostiene che la spesa per l’istruzione dovrà arrivare almeno al 7% del Pil per raggiungere la media OECD, altrimenti la Germania non potrà restare al passo a livello internazionale, ricordando il significativo calo dell’istruzione nel Pil registrato dal Federal Statistical Office. Piuttosto scettico su come tali proposte verranno finanziate, preannuncia contrasti tra lo Stato e i governi federali e chiede una soluzione che coordini la loro azione in un quadro di strategie nazionali e internazionali per combattere la crisi finanziaria.
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michael.gardner@uw-news.com)