Roma - Il collasso dei mercati finanziari si sta rivelando catastrofico per il mondo accademico. Dalla Komazawa University di Tokyo alla Harvard University (Cambridge,Massachussets), anche le più solide università del mondo sono state colpite alle fondamenta dal crollo del valore dei loro investimenti e capitali azionari. La sfida cruciale del 2009 per i manager universitari - è l’allarme lanciato dalla testata online University World News- sarà come reagire di fronte a questa situazione senza precedenti.
In Giappone la crisi finanziaria fa traballare tanto l’istituto privato Komazawa, che ha dovuto ipotecare il campus per ottenere un prestito di 120 milioni di dollari che coprisse le perdite di 170 milioni in derivati, quanto la Keio University, che ha perso quasi 233 milioni in investimenti immobiliari e azionari andati in fumo.
Negli Stati Uniti le università sono state colpite soprattutto dal crollo di prodotti finanziari ad alto rischio. Così, in un periodo in cui la perdita di posti di lavoro sta riportando molti laureati tra i banchi dei college, le università di Harvard e di Yale tagliano le spese, sospendono i lavori di ristrutturazione e ampliamento, decretano il blocco delle assunzioni.
La Texas University ha registrato finora perdite per 1 miliardo di dollari in investimenti e sovvenzioni, mentre la Loyola University di Chicago ha denunciato perdite per 30 milioni ai primi di ottobre e la Dartmouth University per quasi 220 milioni. In Gran Bretagna le università di Cambridge, Glyndwr e Manchester hanno patito duramente le conseguenze della bancarotta dei maggiori istituti di credito dell’Islanda. Inevitabili i tagli di spesa generalizzati, con poche eccezioni: sia in Germania che in Nuova Zelanda diversi manager universitari ritengono che aumentare le spese per l’istruzione superiore potrebbe in realtà contrastare gli effetti della crisi in atto.