Nell’ottobre 2006, tutti i media tedeschi – dai principali quotidiani, alle radio, alle televisioni – hanno dimostrato straordinario interesse per un concorso un po’ particolare con il quale le università dovevano riuscire ad aggiudicarsi i finanziamenti messi a disposizione tramite l’iniziativa di eccellenza promossa dalla Repubblica Federale Tedesca e dai Länder.
Come se si trattasse del campionato di calcio o di “X-Factor”, si è creata una fortissima aspettativa sull’esito della gara: il pubblico era impaziente di sapere il nome delle istituzioni che sarebbero state insignite del titolo di “università di eccellenza”.
In seguito a un taglio ridicolo dei tempi della competizione, la stampa, al termine del primo turno, decretò la vittoria delle due università di Monaco (Baviera) e dell’Università di Karlsruhe (Baden-Württemberg), incoronando le due istituzioni regine tra le università tedesche. Spesso i media hanno ricondotto, in maniera superficiale, il loro successo al tradizionale colore politico delle regioni in cui si trovano e alla prosperità economica di cui queste ultime hanno sempre goduto. I risultati della seconda tornata di selezioni, nell’ottobre 2007, non sono riusciti a polarizzare lo stesso interesse mediatico dell’anno precedente. Ma che cos’è di fatto l’iniziativa di eccellenza tedesca?
I retroscena
Analogamente a quanto avvenuto nella maggior parte dei paesi occidentali, a partire dagli anni Settanta, anche la Germania ha assistito a un’espansione del sistema nazionale di istruzione in cui, in reazione ai diffusi allarmismi circa un possibile tracollo del sistema di istruzione, è stato coinvolto anche il settore dell’istruzione superiore. Grazie alla creazione di nuove università e di nuove tipologie di istituzioni, come le Fachhochschule, le università tedesche passarono da 34 del 1965 (Germania Ovest) a 104, nel 2009; a cui vanno a sommarsi le altre 290 istituzioni di istruzione superiore di altro tipo. Nello stesso periodo, si è assistito ad una crescita del numero degli studenti che ha raggiunto la soglia di 2,3 milioni, cinque volte superiore rispetto ai valori registrati nel passato; la percentuale di studenti tra la popolazione nella fascia di età di riferimento è passata dal 5% a quasi il 40%. Le istituzioni di istruzione superiore si sono trasformate in “istituti di massa”. Con lo slogan: “Educazione: diritto dei cittadini” si promuovevano le pari opportunità per l’accesso all’istruzione superiore, fino ai gradi più alti della formazione accademica. La rapida espansione del settore ha coinciso con la progressiva diminuzione delle risorse disponibili da investire: i Länder, ad esempio, sui quali gravava il peso delle circa 330 istituzioni di istruzione superiore pubbliche, corrispondenti al 90% di tutti gli studenti tedeschi, si trovarono ad affrontare difficoltà finanziarie sempre crescenti.
Poiché la struttura politica della Germania è organizzata in una federazione di Stati, il governo centrale detiene poteri molto limitati in materia di istruzione superiore e, di conseguenza, può contribuire soltanto in parte al finanziamento di questo settore. A rendere la situazione ancora più critica, contribuisce in maniera decisiva anche il divario tra le più prospere regioni meridionali, come Baviera e Baden-Württemberg, e quelle settentrionali, meno fiorenti, come Berlino, Niedersachsen e Saarland. Ormai da decenni lo Stato non è più in grado di investire nel settore dell’istruzione superiore in modo da riuscire promuovere standard di insegnamento e di ricerca competitivi a livello internazionale, come dimostra la lun