L’Associazione delle Università europee ha pubblicato un rapporto che analizza e mette a confronto le forme di governo e l’autonomia delle Università in 33 paesi europei. Viene evidenziata la scarsa autonomia di cui ancora godono la maggior parte delle università europee, tuttora sotto l’egemonia dei governi centrali che controllano i sistemi di istruzione superiore o per lo meno ne stabiliscono le linee guida. Anche quando il controllo non è esercitato in forma diretta, vigono meccanismi che comunque limitano l’autonomia degli atenei, soprattutto per ciò che riguarda la gestione finanziaria.
In tempi in cui il finanziamento pubblico degli atenei si va progressivamente affievolendo la mancanza di autonomia si traduce in minaccia alla sostenibilità delle università stesse, non pienamente libere di cercare fonti alternative di finanziamento. Prendendo in esame 30 diversi indicatori, lo studio individua quattro forme di autonomia (organizzativa, didattica, finanziaria e gestionale) e propone una serie di raccomandazioni su cui i governi sono chiamati a riflettere. In sintesi, dal rapporto emerge la necessità di una maggiore flessibilità del finanziamento pubblico come pure di una maggiore autonomia gestionale: alla tradizionale figura del rettore di stampo accademico si propone di sostituire quella piu’manageriale del direttore generale.
Il rapporto costituisce il punto di partenza di un progetto biennale dell’EUA piu’ ampio che mira a creare uno strumento per la misurazione dell’autonomia universitaria in Europa, al quale i singoli governi possano far riferimento per attuare una politica universitaria piu’ efficace e piu’ incisiva. I risultati del progetto saranno resi disponibili alla fine del 2011.
L’intero rapporto dell’EUA è scaricabile sul sito:
Carmen Tata