L’esame più importante che l’Università de L’Aquila ha dovuto affrontare, dopo i tragici eventi del terremoto dello scorso 6 aprile, è stato l’inizio dell’anno accademico 2009-2010. Che si potesse parlare di una flessione nel numero degli iscritti era prevedibile. Lo stesso rettore dell’università abruzzese, Ferdinando di Orio, aveva avvertito delle possibili difficoltà che si sarebbero potute manifestare nell’affluenza di nuovi studenti per il nuovo anno accademico.
L’esame è stato affrontato e superato di slancio. A metà ottobre i dati erano preoccupanti, poiché si notava un calo nelle iscrizioni pari al 50%. A questo si aggiungeva il fatto che i posti letto messi a disposizione dall’ateneo per studenti fuori sede erano pochissimi, appena 220 presso l’ex scuola superiore di telecomunicazioni “Reiss Romoli”, con il rettore a sollecitare le autorità competenti perché trovassero una soluzione a tale emergenza abitativa. Nonostante queste condizioni, l’università ha mantenuto aperte le iscrizioni e, al 25 novembre, sono risultati iscritti 16.700 studenti con una perdita che di Orio ha stimato intorno alle poche migliaia. Negli anni accademici passati la quota aveva sempre superato la soglia dei ventimila (20.536 nel 2007/2008 e 21.105 nel 2008/2009), ma nessuno ipotizzava il mantenimento di un numero di iscrizioni di poco sotto alla media degli ultimi tre anni.
Il “risultato straordinario”, come ha definito tale fenomeno il rettore di Orio, proprio per il fatto di essere inaspettato comporterà qualche difficoltà nella fruizione delle strutture universitarie da parte di questa gran mole di studenti. Ciò rappresenta un nuovo impegno per le istituzioni e gli organi dirigenziali dell’ateneo aquilano. Fino ad ora le soluzioni per evitare un disastro economico e culturale all’ateneo del capoluogo abruzzese sono state ponderate ed applicate con molta diligenza e senso pratico. Si è cominciato con l’esonerare i nuovi iscritti dal pagamento delle tasse per tre anni; c’è stato poi un accordo con il Ministro dell’Istruzione per finanziare la ristrutturazione delle sedi universitarie mediante l’erogazione di 290 milioni di euro; infine, ed è notizia di due settimane fa, c’è stato l’ingresso della Fondazione Carispaq, che ha già preso l’impegno di versare una quota pari a 100 mila euro, nella Fondazione dell’Università de L’Aquila che dal 2001, anno di istituzione, persegue il fine di sostenere l’ateneo attraverso attività strumentali e di supporto della didattica e della ricerca scientifica e tecnologica.
Il problema più difficile da risolvere continua ad essere l’emergenza abitativa. Agli inizi di novembre è stata inaugurata la nuova Casa dello Studente, realizzata a Coppito dalla regione Lombardia nel tempo record di 87 giorni, con 120 posti letto. La Protezione Civile dovrebbe reperire entro fine gennaio altri 500 posti letto dalla caserma Campomizzi che è attualmente occupata dagli sfollati; a questi si aggiungeranno altri 500 posti mediante la messa a disposizione di case mobili da parte del comune de L’Aquila, autorizzate con un’ordinanza del 16 ottobre. Da segnalare, infine, che il sito dell’università (www.univaq.it) contiene una bacheca di annunci per affittare o comprare appartamenti, un elenco di alberghi e Bed&Breakfast, le informaz