È stato definitivamente convertito in legge il decreto 30 dicembre 2009 n. 194, denominato per semplificazione "milleproroghe", in virtù del suo contenuto ossia una serie di provvedimenti finanziari per i più svariati settori. La legge n. 25 del 2010 è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale il 27 febbraio 2010 e consta di undici articoli.
Tra le misure finanziarie prese dal decreto, all'articolo 7 sono sancite le misure più importanti che riguardano l'Università. Tale articolo riguarda tre settori: valutazione, reclutamento dei ricercatori, assunzioni e concorsi.
In merito all'attività di valutazione del sistema universitario, si proroga l'esistenza del CNVSU (Consiglio nazionale per la valutazione del sistema universitario) sino al 30 giugno 2010, in attesa del regolamento che definisca in modo chiaro le competenze dell'ANVUR (Agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario e della ricerca) e l'inizio della sua attività.
Per quanto riguarda il reclutamento dei ricercatori, in attesa del riordino di tale materia ad opera del disegno di legge 1905 di riforma dell'Università, presentato dal ministro Gelmini e attualmente in discussione alla VII Commissione del Senato, le modalità rimangono le stesse fino al 31 dicembre 2010. Le commissioni per la valutazione dei candidati dovranno essere composte da "un professore ordinario o da un professore associato nominato dalla facoltà che ha richiesto il bando e da 2 professori ordinari sorteggiati in una lista di commissari eletti tra i professori ordinari appartenenti al settore disciplinare oggetto del bando, in numero triplo rispetto al numero dei commissari complessivamente necessari nella sessione".
In materia di assunzioni e concorsi, le università con i bilanci in attivo nel 2009 potranno continuare ad assumere personale fino al 31 dicembre 2010. Questa norma è la conseguenza del passaggio alla Camera di un emendamento del Partito Democratico, che favorisce le università "virtuose": nonostante il blocco del turnover nel reclutamento del personale previsto dalla riforma in discussione, queste università potranno continuare ad utilizzare parte delle risorse per assumere giovani ricercatori e docenti.
Danilo Gentilozzi