La LERU - League of European Research Universities - gruppo formato da 22 università che si impegnano nel dare valore alla ricerca e all'insegnamento di alta qualità, ha recentemente pubblicato tre rapporti incentrati sul terzo ciclo di studi.
Il primo rapporto, intitolato "Harvesting talent: strengthening research careers in Europe", esamina la tipologia delle carriere dei ricercatori di quattro Paesi europei, tra i quali l'Italia. Sono individuati i punti di forza e di debolezza della situazione attuale e sono delineate le linee guida finalizzate a che la struttura delle carriere e le caratteristiche delle varie posizioni professionali sostengano e stimolino il lavoro della ricerca scientifica, massimizzandone gli esiti. Secondo gli autori, una struttura di carriera attrattiva ed efficiente richiede alcune certezze: un impiego ben delineato, che comprenda obiettivi della ricerca e prospettive di carriera; prospettive di carriera ben strutturate che indichino in modo chiaro le modalità di avanzamento e la possibilità di svolgere la ricerca anche al di fuori dell'università; finanziamenti e agevolazioni efficaci che permettano di offrire stipendi competitivi; un supporto concreto allo sviluppo delle carriere, definito in modo chiaro a livello legislativo.
Il secondo rapporto, intitolato "Doctoral degrees beyond 2010: training talented researchers for society", sottolinea l'importanza del dottorato di ricerca non solo in quanto biglietto d'ingresso per una carriera accademica, ma anche in quanto titolo accademico per ogni tipo di lavoro nel mondo moderno. Il documento fissa alcune raccomandazioni politiche rivolte ai governi, alle istituzioni e alle università europee, sostenendo che se l'Europa vuole seriamente ottenere l'obiettivo di diventare "la più importante società scientifica" del mondo, è di fondamentale importanza sostenere in modo energico lo sviluppo della formazione tramite lo strumento del dottorato di ricerca.
Nel terzo rapporto, "Improving the social security of international mobile researchers: analysis and recommendations" che verrà presentato in conferenza stampa il 29 aprile a Bruxelles, vengono elencate nove raccomandazioni, rivolte ai governi e alle istituzioni europee, in merito alla cd. protezione sociale dei ricercatori. I ricercatori, soprattutto quelli che non hanno lo status professionale di lavoratore dipendente, hanno bisogno di corrette informazioni in merito alla propria pensione e al trattamento sanitario in caso di malattia e spesso accade che i giovani ricercatori non godano dello stesso livello di protezione sociale rispetto ai colleghi che hanno ottenuto avanzamenti in carriera. Obiettivo delle raccomandazioni è fare in modo che le condizioni di protezione sociale vengano rispettate in tutto il mondo e che i sistemi nazionali recepiscano questi obiettivi nelle loro leggi.
Danilo Gentilozzi