Il contributo delle università al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDG) è stato al centro del dibattito in una conferenza tenuta a Cape Town lo scorso aprile. Gli Obiettivi del Millennio stabiliti dalla Nazione Unite nel 2000 si prefiggono di eliminare entro il 2015 fame e povertà, di combattere l'analfabetismo, di ridurre la mortalità materna, infantile e pandemica, di promuovere la parità di genere ed assicurare la sostenibilità ambientale. Tali Obiettivi sono un impegno importante, indilazionabile, che riguarda tutti; le università, quali centri di sapere e di diffusione di conoscenze, rivestono un ruolo di primo piano verso il loro raggiungimento.
La Conferenza sudafricana ha evidenziato con esempi concreti come le università possano contribuire al raggiungimento degli Obiettivi migliorando la qualità dell'istruzione, promovendo ricerche mirate agli effettivi bisogni della società civile e a sostegno dei paesi in via di sviluppo.
Ma se da un lato si moltiplicano gli appelli ad agire con rapidità, i governi e i paesi donatori non stanno adottando strategie coerenti ed adeguate per coinvolgere le università nel lavoro di promozione degli Obiettivi delle Nazioni Unite. Per conseguire questo obiettivo, proposte e soluzioni elaborate nel corso della Conferenza sono state presentate sotto forma di raccomandazioni in un documento redatto dalla Association of Commonwealth Universities (ACU), alla cui stesura hanno contribuito più di 120 università di 35 paesi. Esse costituiscono una sorta di decalogo per i governi e gli organismi internazionali in cui il ruolo delle università a sostegno dei MDGs sia effettivamente riconosciuto e valorizzato.
Carmen Tata