Un tentativo di arrestare la dispersione del nostro migliore capitale umano è stato concretizzato il 25 maggio u.s. da parte della Camera dei Deputati con l'approvazione della proposta di legge (AC 2079), finalizzata ad incentivare - mediante la concessione di agevolazioni fiscali da utilizzare entro il 2013 - il rientro dei lavoratori dall'estero, compresi i ricercatori.
Come incentivo fiscale è stato introdotto, in luogo del credito d'imposta, un regime di parziale detassazione dell'imponibile. È stato invece soppresso il beneficio in favore dei datori di lavoro, inizialmente previsto per chi assume i suddetti lavoratori con contratti di lavoro o a tempo indeterminato.
Hanno diritto alla concessione dei benefici fiscali i cittadini appartenenti all'Unione Europea dalla nascita nati dopo il 1° gennaio 1969 in uno degli Stati membri dell'UE, anche se residenti nel paese di origine allorché si verifichi una delle seguenti condizioni:
a) siano in possesso di una laurea, abbiano risieduto in via continuativa per almeno 24 mesi in Italia e abbiano continuativamente negli ultimi due mesi un contratto di lavoro dipendente in un paese diverso sia da quello di origine, sia dall'Italia (art.2, comma 1, lett. a);
b) abbiano risieduto in via continuativa per almeno 24 mesi e abbiano svolto continuativamente negli ultimi 24 mesi un'attività di studio in un paese diverso sia da quello di origine sia dall'Italia, acquisendo un titolo di laurea o una specializzazione post laurea (art. 2, comma 1, lett. b).
Il beneficio spetta a condizione che i lavoratori vengano assunti o decidano di esercitare un'attività imprenditoriale in Italia e vi trasferiscano il loro domicilio, confermando la residenza in Italia entro tre mesi dall'assunzione o dall'avvio dell'attività.
L'art. 3 stabilisce le modalità e la misura del beneficio consistente in una detassazione parziale del reddito imponibile (20% per le lavoratrici; 30% per i lavoratori), non cumulabile con i benefici già stabiliti dal regime vigente (art. 17 DL 185/2008).
Le pratiche burocratiche saranno curate dagli Uffici consolari italiani all'estero anche d'intesa con la Società Italia Lavoro SpA. Le Regioni, nell'ambito delle loro disponibilità, potranno riservare una quota di alloggi e sarà cura del Governo promuovere accordi bilaterali con gli Stati esteri di provenienza, finalizzati a riconoscere la totalizzazione dei contributi versati a forme di previdenza estere con quelli della previdenza nazionale.
Maria Luisa Marino