Numerosi gli spunti di riflessione. Innanzitutto, le somiglianze nell'apprendimento scolastico tra i due sessi sono più delle differenze. Le une e le altre, però, non sempre si collegano univocamente alle politiche educative nazionali in una relazione causale. Inoltre, nel definire le politiche di supporto all'apprendimento bisogna sempre tenere in considerazione lo status socio-economico dello studente. A livello scolastico, la principale debolezza dei maschi rispetto alle femmine riguarda l'abilità nella lettura mentre le femmine hanno una scarsa opinione delle loro abilità scientifiche, opinione peraltro non corroborata dai risultati ottenuti. Su questi due aspetti, così come sulla lotta agli stereotipi di genere, si concentrano le principali politiche nazionali. A livello di istruzione superiore, invece, le differenze di genere sono più evidenti:
- nella distribuzione degli studenti tra le diverse discipline (segregazione orizzontale);
- nella progressione nella carriera accademica (segregazione verticale).
Come risulta dai dati dell'Ufficio di Statistica del Miur per l'a.a. 2009-10, le studentesse rappresentano circa il 60% del totale, di cui solo il 20% nel settore dell'ingegneria e il 17% nell'informatica. Raggiungono però il 90% nella formazione primaria e l'89% nei servizi alla persona.
Simili inversioni di rapporto nei differenti ambiti disciplinari sono molto frequenti. A tale proposito, Eurydice non manca di sottolineare come molte politiche nazionali si pongano il problema di aumentare la presenza femminile nei settori della scienza e della tecnica, ma non affrontino con la stessa urgenza l'obiettivo di contrastare la sottorappresentazione maschile nei corsi per la formazione primaria e nei servizi.
Se - con l'esclusione già citata dell'ambito ingegneristico - le donne sono ben rappresentate fino al livello dottorale, dallo studio si evidenzia come, nella docenza, la sottorappresentazione progredisca con i livelli di carriera. Solo in parte imputabili a un più recente ingresso massiccio delle donne nell'istruzione superiore, le quote femminili di ricercatori (40%), associati (30%) e ordinari (15%) fanno<