Il 29 luglio il Senato ha approvato con 152 voti a favore, 94 contrari e un astenuto il disegno di legge n. 1905 di riforma dell'università presentato a ottobre dello scorso anno dal ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca Mariastella Gelmini.
Sintetizziamo i punti più importanti del disegno di legge.
Docenti. I professori ordinari andranno in pensione a 70 anni, gli associati a 68. L'impegno dei professori nelle università verrà misurato in 1.500 ore annue di cui almeno 350 destinate ad attività di docenza. Si abbassa l'età in cui si può entrare in ruolo, da 36 a 30 anni.
Merito. È prevista la costituzione di un Fondo per il Merito, destinato a premiare gli studenti migliori. Si attende il finanziamento di questo fondo e l'indicazione delle linee guida per la corretta individuazione dei meritevoli.
Ricercatori. Scompaiono i ricercatori a tempo indeterminato e vengono previsti contratti a tempo determinato (minimo 3, massimo 5 anni) con possibilità di un unico rinnovo per altri tre anni. Al termine, se ritenuto idoneo, il ricercatore sarà confermato a tempo indeterminato come associato.
Governance. Gli atenei dovranno approvare statuti con nuove caratteristiche, di cui la più importante è la previsione di un codice etico per evitare incompatibilità e conflitti di interesse legati a parentele. I rettori verranno scelti fra i professori ordinari e non potranno rimanere in carica per più di otto anni, ovvero due mandati. Nei consigli di amministrazione delle università aumenta il numero di membri esterni e viene creata la figura del direttore generale. Ogni ateneo potrà avere un massimo di 12 facoltà.
Contabilità. È previsto un nuovo sistema di contabilità economico-patrimoniale. In caso di dissesto finanziario per gli atenei in rosso è prevista la forma del commissariamento. Le università più virtuose riceveranno dei premi.
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