È stato pubblicato a fine agosto sul sito dell'Istat il "Compendio statistico italiano" per l'anno 2009, con l'intenzione di "offrire un ampio e significativo quadro dell'informazione prodotta dalla statistica ufficiale italiana su temi di rilievo per la vita pubblica nazionale" (Enrico Giovannini, presidente Istat, Prefazione al Compendio). Il Compendio si distingue dall'Annuario pubblicato agli inizi del 2010 in quanto ne rappresenta la sintesi e viene redatto in un'unica edizione bilingue (italiano-inglese).
Il quinto capitolo del Compendio è dedicato ad Istruzione, Ricerca, Sviluppo e Innovazione. In esso, i curatori del volume hanno voluto presentare l'insieme dei dati statistici sull'istruzione scolastica, sul passaggio all'università, sull'inserimento professionale dei giovani dopo gli studi e sulle attività di ricerca e sviluppo realizzate dalle imprese e dalle istituzioni pubbliche e private del nostro Paese. Questa analisi mette in luce la capacità di produzione scientifica e di innovazione dell'Italia, con riferimento specifico agli indicatori sull'attività di ricerca utilizzati dall'OCSE e dalla Commissione Europea. L'anno accademico di riferimento è il 2007/2008.
Il capitolo, dopo aver analizzato come il livello di istruzione della popolazione si sia innalzato di una decina di punti percentuali rispetto al 2001, riferisce che dall'anno accademico 2004/2005 le immatricolazioni all'università sono in costante flessione, con l'unica eccezione delle immatricolazioni al gruppo chimico-farmaceutico. Nel 2007/2008 i giovani iscritti all'università sono circa 307 mila (-0,3% rispetto all'anno precedente). La partecipazione agli studi universitari risulta particolarmente elevata in Molise, Abruzzo, Basilicata e Lazio; in queste regioni si calcola che per 100 residenti di 19-25 anni, più di uno su due si è iscritto ad un corso accademico, spesso fuori sede.
Nell'ambito dell'inserimento professionale, come già analizzato nel Compendio dello scorso anno, le migliori opportunità di inserimento nel mondo del lavoro spettano ai laureati dei corsi quinquennali dei gruppi di ingegneria, chimico-farmaceutico ed economico-statistico. I laureati dei percorsi lunghi e triennali negli atenei del Nord trovano più facilmente lavoro, seguiti da quelli del Centro e del Sud. La differenza tra i laureati del Nord e del Mezzogiorno che trovano lavoro è all'incirca del 20% (per i laureati quinquennali, 66,3% al Nord e 43,4% al Sud; per quelli triennali 54,9% al Nord e 34,7% al Sud).
Altri dati interessanti provengono dal settore della Ricerca e Sviluppo. Nel capitolo si indica la spesa totale italiana per questo settore nel 2006: 16.835 milioni di euro, che hanno un'incidenza percentuale sul PIL pari all'1,14%, a fronte di un valore medio dell'1,76% nell'Unione Europea allargata a 27 Paesi e del 2,3% di media nei paesi OCSE. Il contributo delle imprese alla spesa per Ricerca e Sviluppo è di poco inferiore alla metà del totale (48,8%), con una differenza di quasi 20 punti percentuali rispetto all'obi