Negli Stati Uniti la recessione economica non ha risparmiato il settore dell'istruzione superiore, colpito più duramente di altri pubblici servizi, ritenendo che le istituzioni universitarie possano compensare il ridotto finanziamento statale con altri introiti, quali le proprie dotazioni e le tasse a carico degli studenti. Lo evidenzia il Rapporto State Funding for Higher Education in Fiscal Year 2009 and Fiscal Year 2010, curato dalla National Conference of State Legislature. Sulla base dei dati di bilancio dell'ultimo decennio, risulta che le assegnazioni finanziarie per full-time student, dopo aver raggiunto il picco nel 2001 con un valore unitario pari a 7.961 dollari, hanno avuto un andamento altalenante verso il basso nel quadriennio successivo fino ad attestarsi sul valore di 6.928 dollari nel 2009 (in termini reali di potere di acquisto, addirittura inferiore ai finanziamenti degli anni Ottanta).
L'andamento economico negativo ha fatto sì che, oltre al finanziamento pubblico, siano diminuite anche le donazioni a favore delle fondazioni universitarie. Quindi l'unica strada percorribile è stata quella di alzare le tasse universitarie (+ 2% nel solo periodo a cavallo tra il 2008 e il 2009, e ora incidono per oltre il 37% del totale delle entrate universitarie rispetto al 25% nel 1984) aumentando il carico per gli studenti e le loro famiglie, che già devono fare i conti con altre difficoltà finanziarie. Non a caso gli effetti della recessione sono stati definiti da Donald Heller, direttore del Center Pennsylvania State University, un «doppio smacco» per gli studenti, che hanno minori risorse per pagare l'università e al tempo stesso devono fare i conti con il costante aumento dei costi.
Per stimolare la crescita economica nazionale il Congresso ha approvato nel febbraio 2009 l'American Recovery and Reinvestment Act (Arra), che assegna fondi federali nel triennio 2009-2011 a particolari programmi-chiave, tra cui l'istruzione superiore.
Circa due terzi degli Stati federali attribuisce a tale settore formativo anche propri fondi (i cosiddetti earmarked funds) basati ad esempio su proventi derivanti dal gettito di lotterie, etc. che comunque non superano il 10% del totale disponibile. L'Alabama è il solo Stato che finanzia per intero l'istruzione universitaria facendo ricorso a tale tipologia di finanziamento.
Le previsioni di bilancio evidenziano per il 2010 un ulteriore calo dei finanziamenti in 23 Stati (in Hawaii e Idaho la diminuzione è superiore al 10%); in altri 19 Stati gli aiuti federali (Arra) hanno fatto crescere del 5% le dotazioni di bilancio. In 6 Stati la crescita è risultata ancor più rilevante: Montana (18,6%), Nevada (14,8%), Ohio (12,5%), Jowa (11,5%), Louisiana (11%) e South Carolina (10,3%).
Gli amministratori devono far quadrare i conti senza intaccare troppo i servizi offerti, proprio nel momento in cui la richiesta di istruzione superiore è aumentata per effetto della disoccupazione (circa al 10%), che ha incoraggiato un maggior numero di persone a proseguire il proprio percorso formativo prima di entrare nel mondo del lavoro. Molti Stati hanno apportato tagli ai programmi o ai servizi educativi, alcuni sono stati costretti a ridurre lo staff o a congelare gli stipendi, altri hanno istituito apposite Commissioni di studio: nel Kentucky è stato creato l'Higher Education Work Group per studiare c