Il Club "The European House-Ambrosetti", gruppo di professionisti fondato nel 1965 da Alfredo Ambrosetti e che svolge consulenze aziendali e ricerche su temi di interesse nazionale ed internazionale, pubblica ogni due mesi una Lettera sui principali argomenti di attualità. L'ultima Lettera, del settembre/ottobre 2010, è intitolata "La sfida strategica dell'Università in Italia" ed è uno spaccato sulla condizione dell'Università italiana nella sfida competitiva con gli altri Paesi europei nel campo dell'istruzione superiore (formazione e ricerca).
Nella Lettera si esprime subito la preoccupazione derivante dal mancato allineamento tra il sistema universitario italiano e quello degli altri Paesi, che viene imputato a tre fattori: la poca competitività internazionale, per cui nei ranking mondiali delle migliori università solo il 18% del totale delle università italiane rientra tra le prime 500; la bassa "efficacia", per cui in Italia ci sono pochi laureati rispetto al numero di iscritti; la bassa attrattività di studenti provenienti dall'estero, per cui in Italia nel 2008 gli studenti stranieri rappresentavano il 2,4% del totale.
Ribadendo che l'Università rappresenta il patrimonio fondamentale nello sviluppo di un Paese, e che la competitività e l'attrattività dello stesso sono legati all'efficacia della ricerca e della formazione del capitale umano, i redattori della Lettera offrono un elenco di sette proposte per migliorare la competitività dell'Università italiana e del Paese. Il principio da cui si parte è che il sistema di formazione superiore deve essere visto come una priorità per l'Italia, ovvero è necessario un rafforzamento del legame Paese-Università, per cui il Paese interviene per creare le condizioni strutturali ideali a rendere competitiva e attrattiva l'università italiana, mentre l'Università da parte sua contribuisce allo sviluppo economico e sociale creando capitale umano (leadership, competenze, ricerca, cultura) all'interno di una precisa strategia nazionale. Caratteristiche che non devono mai mancare in un sistema universitario pienamente efficiente sono: l'autonomia strategica degli atenei, l'assicurazione della qualità del sistema e la valutazione sistematica di tutte le attività svolte dai singoli atenei.
Ecco alcune proposte contenute nella Lettera: allocazione dei fondi statali in modo competitivo, collegato alla performance del singolo ateneo, nonché costituzione di un fondo di garanzia per le università in difficoltà; istituzione di fondi pubblici per finanziare corsi di laurea in lingua inglese e per realizzare residenze universitarie con standard di qualità per studenti e ricercatori; avvio di scuole di ricerca e centri di eccellenza sui territori, che abbiano la capacità di richiamare persone di fama internazionale (ad es. i premi Nobel); la creazione di un Forum periodico per controllare lo stato delle riforme riguardanti l'Università italiana; il lancio annuale di un evento pubblico che avvicini la società civile del Paese all'Università e ne catalizzi l'interesse (una "3 giorni dell'Università").
La Lettera si conclude affermando come il Paese deb