Con una mossa che prelude ad una riforma radicale del sistema universitario, l'economista Salam Fayyad attualmente Primo ministro palestinese ha stanziato 55 milioni di dollari (41 milioni di euro) per fornire prestiti e borse di studio agli studenti più indigenti e meritevoli; per aumentare il numero degli studenti ha annunciato la riduzione sulle tasse d'iscrizione per Ingegneria e Medicina.
In un discorso sul futuro della Palestina pronunciato lo scorso 8 agosto negli Stati Uniti, Fayyad ha sottolineato l'importanza strategica dell'istruzione superiore per combattere il fanatismo, promuovere la cultura e sviluppare capacità analitiche nella società palestinese. L'università palestinese deve riguadagnare competitività a livello regionale e internazionale, e allineare gli standard dei programmi alle esigenze di un paese in via di sviluppo. L'economista si è soffermato su tre aspetti dell'attuale sistema di istruzione sui quali è indispensabile intervenire: il declino delle competenze linguistiche in arabo; l'urgenza di migliorare le capacità analitiche e il pensiero critico fra i giovani palestinesi; la necessità di far leva sull'istruzione «per combattere il diffondersi di una crescente ristrettezza mentale e rigidità culturale», favorita da ambigui appelli lanciati da leader politici e religiosi «per un presunto ritorno alle tradizioni culturali e religiose» palestinesi.
«Si tratta di problemi che chiamano in causa l'istruzione nell'intero mondo arabo e non solo in Palestina» ammette lo scrittore Ziad Asali, presidente della American Task Force for Palestine che raduna la maggior parte delle comunità palestinesi della diaspora negli Stati Uniti. «L'istruzione palestinese, come del resto quella nel mondo arabo si basa in modo eccessivo sulla memorizzazione e sull'apprendimento di mere nozioni o patrimonio sapienziale, piuttosto che sul pensiero critico e analitico. L'Autorità palestinese è chiaramente preoccupata dalla necessità di investire sul capitale umano come risorsa chiave per lo sviluppo del futuro Stato palestinese. Senza competenze critiche e analitiche assicurate da un efficiente sistema di istruzione, il capitale umano si riduce semplicemente a una forza lavoro più o meno strutturata piuttosto che a una società moderna, creativa, dinamica che può traghettare il paese fuori dall'economia prevalentemente agricola alla quale è stato ancorato per decenni».
Manuela Borraccino