Il 13 settembre si è svolta ad Oslo (Norvegia) la Conferenza "The Challenge of Growth, Employment and Social Cohesion", curata per la prima volta in maniera congiunta dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) e dal Fondo Monetario Internazionale (FMI).
Il direttore generale del FMI, Dominique Strauss-Kahn, ha lanciato un appello per un maggior impegno a favore di una ripresa centrata sull'occupazione perché «affrontare la crisi occupazionale è importante non solo per la ripresa economica mondiale, ma anche per garantire la coesione sociale e la pace», mentre Juan Somavia, direttore generale dell'OIL, ha sottolineato che «quando una crescita non è equa, diviene insostenibile».
Si stima che i disoccupati a livello mondiale abbiano superato i 200 milioni (30 milioni in più rispetto al 2007), un quinto dei quali sono giovani (7,8 milioni in più). L'aumento maggiore nel periodo 2007-09 è stato registrato soprattutto negli USA (7,5 milioni in più), in Spagna, Nuova Zelanda e Taiwan. Nei Paesi che sembrano aver meglio reagito alla crisi (Francia, Germania, Italia e Giappone) i disoccupati avevano raggiunto valori significativi già prima della recessione.
Uno degli effetti della crisi economica è il peggioramento del livello e della diffusione della scolarità, sia perché le famiglie hanno minori risorse finanziarie per sostenere il percorso formativo dei figli, sia perché le difficoltà di occupazione scoraggiano i giovani dal proseguire gli studi proprio nel momento in cui il lavoro più qualificato è meglio retribuito. Senza contare che il periodo di mancata occupazione determina anche l'obsolescenza delle conoscenze acquisite e finisce con il rendere ancora più difficile il riassorbimento da parte del mercato del lavoro.
La prossima Conferenza Internazionale del Lavoro avrà luogo nel mese di giugno 2011.
Maria Luisa Marino