Dopo gli ultimi esami di maturità che hanno palesato i limiti dell'attuale sistema e l'incapacità di colmare lo scarto sempre più ampio tra gli studenti più brillanti e quelli che non riescono a soddisfare i requisiti di base, la Grecia sta valutando di riformare radicalmente l'accesso all'istruzione superiore.
Sebbene molti studenti abbiano ottenuto i voti più alti (18-20) e si apprestino a trasferirsi nelle università di Atene e Thessaloniki, per di più in corsi molto richiesti come Legge, Medicina e Scienze della formazione, molti altri non sono riusciti a raggiungere il voto minimo richiesto. Il prossimo anno accademico gli studenti saranno ammessi a corsi meno popolari in atenei provinciali e istituti tecnologici senza ulteriori esami, sempre che il voto dell'esame finale della scuola superiore (lykeio) non sia inferiore a 10.
Il ministro dell'Istruzione sta seriamente considerando la possibilità di abolire o fondere molti corsi in istituzioni vicine tra loro, se queste singolarmente non riescono ad attrarre un numero sufficiente di studenti. Il proliferare delle istituzioni si deve alla linea politica che esige un ateneo in ogni città e un istituto tecnologico in ogni regione, per rafforzare l'attività economica della comunità locale.
Anna Diamantopoulou, ministro dell'Istruzione, ha annunciato che il sistema di accesso all'istruzione superiore sarà cambiato entro l'anno accademico 2013-14, quando le responsabilità riguardanti la selezione e il numero degli studenti passerà alle istituzioni stesse. Tale cambiamento richiederà sostanziali riforme e una riorganizzazione dell'istruzione secondaria e, nello specifico, del lykeio. Diamantopoulou sostiene che lo scopo è di «preparare gli studenti in una "nuova" scuola superiore ad una "nuova" università», senza però spiegare da dove proveranno i fondi, in un clima di austerità economica che ha visto una riduzione degli stipendi dal 25% al 30% agli insegnanti delle scuole secondarie e ai docenti universitari.
I partiti dell'opposizione hanno evidenziato la valenza antipedagogica di tali cambiamenti, che consentiranno agli studenti di accedere all'università senza le necessarie qualifiche. Il portavoce del governo, invece, ha sottolineato che questa riforma permetterà agli studenti di scegliere un'istituzione vicina a casa invece di andare oltremare, con un conseguente risparmio delle già limitate risorse del paese.