La Conferenza celebrativa "Azioni Marie Curie per un'Europa innovativa", svoltasi il 9 e il 10 dicembre a Bruxelles, ha festeggiato il beneficiario numero 50 mila degli aiuti finanziari comunitari che dal 1996 offrono ai ricercatori più promettenti l'opportunità di fare un'esperienza all'estero, in Europa e negli altri paesi del mondo. Oltre a porre un freno alla fuga di cervelli, tali aiuti permettono di attirare i migliori giovani ricercatori di livello mondiale provenienti da altre aree geografiche.
Finora le donne hanno costituito il 40% del totale dei borsisti, appartenenti a 100 nazionalità diverse, operanti in 70 paesi. A decorrere dal 2007 circa 6.300 università, organizzazioni di ricerca e imprese di tutto il mondo (delle quali 5.140 nell'Ue) sono state coinvolte nell'iniziativa, che ha potuto avvalersi anche del supporto di alcuni premi Nobel: tra gli altri, nell'ultimo quinquennio, Francoise Barré-Sinoussi (premio Nobel nel 2008 per la Medicina) nonché Albert Fert e Peter Grunberg (premi Nobel per la Fisica nel 2007).
Regno Unito, Germania, Francia, Spagna, Paesi bassi e Italia sono i paesi che, nell'ordine, hanno ospitato il maggior numero di borsisti Marie Curie. Il Programma, che oltre alle borse individuali dà sostegno al dottorato e ai partenariati tra il mondo accademico e l'industria, è compreso nell'ambito del 7° Programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico dell'Ue. Nel periodo 2007-2013 a tale finalità è stato destinato un budget di 4,7 miliardi di Euro (l'80% destinato alla formazione dei ricercatori). Nel 2011 la relativa dotazione raggiungerà i 772 milioni di Euro, che dovrebbero creare 7.000 nuovi posti di lavoro. È previsto altresì che entro la fine del 2013 il numero complessivo dei beneficiari sia destinato a raddoppiare.
Le candidature sono valutate attraverso una selezione indipendente di scienziati europei e internazionali sulla base della qualità scientifica dei progetti presentati e sul loro probabile impatto nell'ambito della concorrenza europea, nonché sull'eccellenza del programma di formazione sia dell'Istituto ospitante che del ricercatore. I borsisti ricevono contratti di lavoro della durata massima di tre anni, comprensivi della copertura previdenziale completa e del versamento dei contributi pensionistici.
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