Il sondaggio Employers' Perception of Graduate Employability - effettuato da Eurobarometer nei 27 paesi UE più Norvegia, Islanda, Croazia e Turchia per conto della Direzione generale Educazione e Cultura della Commissione europea - centra l'attenzione sulle competenze richieste dai datori di lavoro per l'assunzione del personale laureato.
I responsabili delle 7.036 aziende (con almeno 50 dipendenti) intervistate segnalano che le competenze tecniche specifiche e informatiche vengono valutate alla pari di quelle non tecniche; il candidato ideale è capace di lavorare in gruppo (98% delle segnalazioni), di adattarsi ai nuovi contesti (97%), di padroneggiare le tecniche della comunicazione (96%) e la conoscenza delle lingue straniere (67%), requisito quest'ultimo ritenuto, alla pari delle precedenti esperienze di studio all'estero, uno strumento indispensabile soprattutto dalle aziende che hanno interessi oltre i confini nazionali.
Risulta inoltre che, al momento dell'assunzione, il 27% dei datori di lavoro ha preso in considerazione la reputazione dell'università che ha rilasciato il titolo di studio dei candidati, mentre per l'87% ha avuto rilevanza l'eventuale esperienza lavorativa svolta in precedenza. Molti imprenditori - soprattutto in Lussemburgo (73%), Turchia (68%), Germania, Austria e Norvegia (61%-63%) - hanno lamentato la difficoltà di selezionare laureati nazionali con le competenze richieste; le aziende con più di 250 dipendenti hanno fatto più spesso ricorso ad aspiranti provenienti da altri paesi Ue (28%) e da altre aree geografiche (18%), essendo in grado di offrire in alcuni casi salari di accesso competitivi.
Interpellati sulle misure da suggerire alle università per migliorare l'occupabilità dei loro laureati, è stata auspicata una maggiore collaborazione tra università è imprese per programmi di studio e curricula. In realtà è risultato che il 6% dei datori di lavoro (soprattutto nei settori dell'industria, costruzioni, trasporti, servizi e nuove tecnologie dell'informazione) già collabora intensamente con le università, l'8% lo fa raramente e il 12% ha preferito i laureati delle università a loro collegate. In larga misura (39)% è stata indicata l'opportunità di organizzare tirocini specifici come parte integrante dei programmi di studio per meglio rispondere alle richieste del mercato del lavoro.
Maria Luisa Marino