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È stata presentata il 7 giugno a Roma, presso la sede del Miur, la Sesta indagine Eurostudent sulle condizioni di vita e di studio degli studenti universitari italiani, realizzata dalla Fondazione Rui in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. L'indagine offre un quadro ragionato su tre aspetti importanti: l'impatto delle riforme universitarie del 1999 e del 2004 e dell'offerta didattica sulla condizione studentesca; gli effetti della crisi economica sulle scelte e sui comportamenti degli studenti; la capacità dell'alta formazione di favorire il cosiddetto "ascensore sociale".
Sotto il primo aspetto l'indagine Eurostudent segnala che gli studenti dedicano di media 41 ore a settimana per le attività di studio (studio individuale + lezioni), tempo medio che è incrementato rispetto ai primi anni Novanta (32 ore a settimana). A stare di più sui libri sono i fuori sede, con oltre 42 ore a settimana: i pendolari seguono più assiduamente le lezioni rispetto a chi è in sede e, settimanalmente, le ore spese a studiare dai due gruppi sono equivalenti.
Sugli effetti della crisi economica sulle scelte e i comportamenti degli studenti, l'indagine Eurostudent segnala che il 50,6% degli studenti è pendolare, ovvero adotta una "strategia di sopravvivenza" per non aggravare ulteriormente i costi dell'essere studenti fuori sede. La crisi economica ha inciso sul fatto che, durante gli studi universitari, gli studenti non escono di casa: tre studenti su quattro studiano vivendo nella famiglia d'origine e, di questi, due sono studenti pendolari e uno studia in sede. Un altro fattore dovuto alla crisi economica è l'ingresso nell'università post-riforma di nuove categorie di studenti che, per età o condizione lavorativa, non possono affrontare grandi spostamenti: il 7,5% degli studenti si è immatricolato a 25 anni o più; il 13% degli studenti ha tra i 25 e i 29 anni; il 6% ha più di 30 anni. Infine, la crisi economica ha influito anche sul diritto allo studio: nel 2009 il 64,7% degli studenti non ha ricevuto alcun aiuto economico, mentre il restante 35,3% ha beneficiato anche di più interventi contemporaneamente. La mobilità internazionale degli studenti è tornata ai livelli di dieci anni fa, con un aumento sistematico dei laureati magistrali che scelgono di effettuare parte del loro percorso di studi all'estero. I paesi in testa alle preferenze degli studenti italiani sono il Regno Unito (33%) e gli Usa (11%), seguiti dalla Spagna (9%) e dalla Germania (8%).
Alla domanda se la laurea sia o meno un ascensore sociale, così ha risposto Giovanni Finocchietti, curatore dell'indagine: "Eurostudent non può dire se la laurea è ascensore sociale, ma può indicare se gli studenti e le loro famiglie ci credono o no. L'indagine, segnalando le scelte e i comportamenti degli studenti e delle loro famiglie, mette in luce le aspirazioni e le aspettative che muovono quelle scelte. Emerge che, nonostante la crisi abbia eroso i risparmi delle famiglie e la capacità di finanziare gli studi dei figli, i ceti meno abbienti continuano a investire nella formazione universitaria, vedendo nella laurea un veicolo di mobilità sociale".
Vai alla pagina del sito Eurostudent relativa alla sesta indagine.
Danilo Gentilozzi (giugno 2011)
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