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È stato presentato il 21 giugno a Roma il sesto rapporto della Fondazione Migrantes "Italiani nel mondo - 2011". Il volume, comprensivo di 52 capitoli e vari dati statistici, è dedicato ai 150 anni dell'Unità d'Italia e si sofferma sulle relazioni che intercorrono tra la storia italiana degli ultimi anni e i 4 milioni di attuali residenti all'estero. Il fenomeno migratorio viene analizzato da varie prospettive: storica, linguistica, sociale, culturale, economica, religiosa, con una sezione di approfondimenti tematici che rende geograficamente il quadro della presenza italiana nel mondo. Tra i tanti argomenti, il Rapporto si incentra anche sul flusso migratorio degli studenti italiani verso l'estero. Viene definito "flusso qualificato", in quanto esso è frutto della presenza ormai più che ventennale del Programma Erasmus, di cui il rapporto ne esplica i dati relativi all'anno accademico 2008/2009. Il Rapporto, in questo caso, offre il quadro dei dati presi dalle statistiche ufficiali di Erasmus, integrandoli con quelli del Rapporto Eurispes 2011 e di quello dell'Ocse "Education at a Glance - 2010". Nel 2008/2009 sono stati 17.754 gli studenti universitari che si sono recati all'estero per motivi di studio e 1.628 per compiere un tirocinio presso imprese di altri paesi (Erasmus Placement). Gli studenti di altri paesi venuti in Italia con Erasmus sono stati 15.530. La Spagna si conferma il paese maggiormente scelto dagli studenti Erasmus, in particolare da quelli italiani: si calcola che se nel 2003 gli studenti italiani che svolgevano un periodo di studi in Spagna erano 59.743, nel 2010 sono passati a 170.051. Proprio sulla base di questo dato, un capitolo del Rapporto Italiani nel mondo - 2011 è dedicato alla presenza italiana in Spagna, sia per motivi di studio che per motivi di lavoro. Uno degli aspetti più interessanti toccati dal Rapporto è la presenza all'estero degli italiani per motivi di lavoro o professionali: il dato più rilevante è che a tutto il 2009 sono stati 14,6 milioni gli italiani che hanno lasciato il Paese effettuando dei (brevi) pernottamenti all'estero, specialmente in Europa, per motivi di lavoro. Non è presente uno specifico riferimento in merito al fenomeno dei "cervelli in fuga", anche se dai dati iniziali del Rapporto (aumento degli italiani all'estero in un anno di quasi 90 mila unità) se ne può dedurre l'incombente presenza tra le righe. Danilo Gentilozzi
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