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Con un Decreto Ministeriale del 15 giugno 2011, il Miur ha reso note modalità e argomenti dell'esame di ammissione per i corsi di laurea delle facoltà di Medicina e Chirurgia. La novità sta nel fatto che il test è unico sia per i corsi di laurea in Medicina e Chirurgia che per quelli in Odontoiatria e Protesi dentaria. Il quiz si comporrà di 80 domande: 40 di cultura generale e ragionamento logico; 18 di biologia; 11 di chimica; 11 di fisica e matematica.
Le date sono quelle confermate già dal Ministero in un precedente Avviso del 28 aprile 2011: 5 settembre, Medicina e Chirurgia insieme a Odontoiatria; 6 settembre, Veterinaria; 8 settembre, Professioni Sanitarie. Non sono indicate le date per le Università non statali, che come consuetudine le definiscono in modo autonomo. Per superare il test d'ingresso bisognerà totalizzare almeno 20 punti, a prescindere dalla posizione ottenuta in graduatoria (Sole 24 Ore del 22 giugno 2011)
Il segretario della Conferenza dei corsi di laurea delle professioni sanitarie Angelo Mastrillo ha presentato di recente una relazione con i dati specifici delle 22 professioni sanitarie. Dalla relazione, ripresa da alcuni quotidiani (Italia Oggi del 9 giugno 2011 e Sole 24 Ore del 14 giugno 2011), si evidenzia come il tasso di occupazione dei laureati nelle professioni sanitarie a un anno dalla laurea sia dell'84%, molto più alto rispetto a quello delle altre tipologie di corsi di laurea. Prendendo le singole professioni, sono gli Infermieri ad avere la percentuale più alta di professionisti che lavorano a un anno dalla laurea (93%), seguiti dai Fisioterapisti (91%), dai Logopedisti (88%), gli Igienisti dentali (87%) e i Tecnici di radiologia (86%). Percentuali basse per gli Ostetrici (57%) e i Tecnici di fisiopatologia cardiocircolatoria (56%). Su questo aspetto vedi anche il Sole 24 Ore del 20 giugno 2011.
La regione italiana più produttiva di laureati che a un anno dalla laurea lavorano è il Piemonte (93%), seguito da Liguria, Veneto e Lombardia (92%) fino all'ultimo posto occupato dalla Calabria (63%). Dal punto di vista geografico, le regioni del Nord sfornano il 91% di laureati nelle professioni sanitarie, l'81% sono delle regioni del Centro, mentre il Sud è fermo al 75%. L'università italiana più prolifica di laureati che lavorano a un anno dal titolo è Padova con il 93,4%, seguita da Milano-Bicocca (93%), Milano San Raffaele (92,8%), Cagliari (92,8%), Genova (92,5%) e Torino (92,4%). La media d'incasso mensile a un anno dalla laurea per questi laureati è di oltre i 2 mila euro, che si contrappone ai poco più di mille delle altre professioni.
Altro dato importante è il proseguimento degli studi dopo l'ottenimento del titolo: tutti i laureati degli altri gruppi disciplinari proseguono gli studi con la specialistica, mentre solo il 3,2% dei laureati nelle professioni sanitarie continua con la specializzazione.
Danilo Gentilozzi (giugno 2011)
(Fonte: Mail Mastrillo n. 7, 17 giugno 2011)
Sullo stesso argomento vedi i seguenti articoli su Universitas:
Facoltà di Medicina: pochi iscritti e sempre meno medici
Necessario aumentare i posti nelle facoltà di medicina
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