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È stata presentata a Bruxelles il 20 settembre 2011 la nuova strategia sulla modernizzazione dell'istruzione superiore. Con tale strategia di riforma s'intende incentivare il numero di laureati, migliorare la qualità dell'insegnamento, offrire agli studenti maggiori opportunità di acquisire competenze aggiuntive mediante studi e formazione all'estero, formare un maggior numero di ricercatori, rafforzare i legami tra istruzione, ricerca e imprese e garantire un finanziamento efficiente e investire nell'istruzione di qualità per soddisfare le esigenze del mercato del lavoro. Questi obiettivi sono incentivati dal fatto che la Commissione europea ha avanzato proposte atte ad incrementare la spesa per istruzione, formazione e gioventù e per la ricerca nel prossimo bilancio pluriennale UE (2014-2020). Sullo stesso argomento, oltre allo studio Eurydice, la Commissione europea ha pubblicato un Documento di lavoro sui recenti sviluppi dei sistemi europei d'istruzione superiore. Leggi una serie di domande e risposte sulla nuova strategia e i fatti e le cifre che hanno contribuito alla sua ideazione.
Tra i documenti che hanno accompagnato la presentazione della strategia, si segnala lo studio della rete Eurydice Modernisation of the Higher Education in Europe: Funding and Social Dimension 2011 pubblicato il 16 settembre 2011. Utilizzando dati relativi all'anno accademico 2009-10 riferiti ai 27 paesi UE più Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Turchia, lo studio ha analizzato le differenze esistenti tra i vari paesi in tema di modalità di accesso agli studi universitari, tendenze dei sistemi di finanziamento e incidenza delle tasse universitarie e dei dispositivi di aiuto finanziario agli studenti e alle loro famiglie (borse di studio e prestiti).
Si evidenzia come forti differenze sussistano ancora:
- nelle procedure di ammissione - non sempre capaci di superare le disparità socio-economiche - e nella frattura tra Est e Ovest europeo in tema di accesso universitario da parte degli studenti in età adulta, che fanno valere maggiormente l'esperienza professionale rispetto a un diploma rilasciato da una istituzione di scuola secondaria;
- nella disparità di genere: la media UE delle studentesse (55,31%) supera la metà degli iscritti (solo in Germania, Cipro, Lussemburgo, Liechtenstein e Turchia oscillano tra il 48,26% e il 49,72%), ma mediamente solo una donna su tre frequenta i corsi delle aree scientifiche: "Mathematics", "Science" e "Technology". Nel 2009 l'Italia è risultata fanalino di coda in relazione ai docenti universitari di sesso femminile, essendo invece oltre la media per la componente studentesca;
- nelle difficoltà di finanziamento, in larga misura di natura pubblica (70%), spesso preesistenti alla crisi finanziaria globale ma aggravate dalla stessa. Altrettanto divergenti sono risultate le misure adottate: forti tagli agli investimenti in istruzione (tra l'8 e il 10%) da parte di Grecia, Irlanda e Islanda, seguiti da Spagna, Italia, Repubblica Ceca e Repubblica Slovacca; crescita del budget in Lituania, Liechtenstein, Austria, Francia, Finlandia e Malta nella prospettiva di attenuare, con il rilancio degli investimenti in formazione, gli effetti a lungo termine della crisi economica;
- nell'importo delle tasse universitarie e nel modo effettivo in cui il costo del servizio grava sugli studenti: completamente gratuito in Grecia, di basso importo simbolico ovvero destinato ad incidere fortemente sul "budget" studentesco in altri. Lo stesso vale per i criteri di esenzione (per reddito, per merito ecc.) e per la concessione delle borse di studio e dei prestiti (l'Irlanda è l'unico Paese che aiuta i genitori sotto forma di prestiti), mentre in ben 16 Paesi non sono previste misure specifiche di sgravio fiscale o di altri benefici finanziari.
Per leggere una sintesi dello studio Eurydice, clicca qui.
La modernizzazione dell'istruzione superiore s'inserisce nel filone delle politiche destinate a promuovere l'internazionalizzazione dei sistemi che operano nel settore dell'educazione. Internazionalizzazione è un sinonimo in voga da alcuni anni e, pur essendo un'idea bella e potenzialmente vincente, porta con sé una serie di luoghi comuni e idee sbagliate. Il numero 120 della rivista Universitas, uscito a luglio 2011, ha affrontato nella rubrica "Il Trimestre" proprio i miti dell'internazionalizzazione cercando di chiarirne potenzialità e difficoltà.
Maria Luisa Marino (settembre 2011)
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