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Stato di attuazione della riforma Gelmini: decreti, governance e finanziamenti
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Politica universitaria
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Al 31 ottobre 2011, i provvedimenti attuativi della legge Gelmini n. 240/2010 di riforma dell'università pubblicati in Gazzetta Ufficiale sono 16, un terzo di quelli previsti subito dopo l'approvazione della legge a dicembre del 2010. La maggior parte dei provvedimenti è in fase di emanazione, alcuni sono alla firma del ministro e quelli dichiarati "in via di approvazione" hanno tipologie diverse, percorsi specifici e pareri vincolati a una molteplicità di soggetti. Poi ci sono i decreti regolamentari con tappa obbligata dal presidente della Repubblica o dal Consiglio di Stato e quelli decisi di concerto con altri ministeri.
Secondo il presidente del CUN Andrea Lenzi, la riforma Gelmini si conferma una "riforma iperprescrittiva che deve essere regolamentata passo dopo passo" e che risente dell'eccessiva proliferazione di leggi e disposizioni che nell'ultimo decennio hanno puntato a riscrivere i profili funzionali e organizzativi dell'università.
A regime ci sono alcuni adempimenti prescrittivi quali: la sostituzione della figura del ricercatore a tempo indeterminato con quella del ricercatore a tempo determinato; l'impegno dei professori per il complesso delle attività didattiche pari a 1.500 ore annue, di cui 350 destinate alla docenza; gli importi minimi per gli assegnisti e i contrattisti di ricerca pari a 19.367 euro annui; l'abilitazione nazionale dei professori e le nuove norme sul reclutamento dei professori. "La grande novità del reclutamento - prosegue Lenzi - è il suo essere articolato in due momenti: abilitazione nazionale e chiamata dell'ateneo. È in questo secondo passaggio che si gioca la vera partita perché l'università si assumerà la precisa responsabilità di chiamare il professore migliore, con sanzioni che andranno a colpire i finanziamenti per l'ateneo che sbaglia la scelta del candidato".
Spetterà ora al nuovo ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Francesco Profumo, nominato il 16 novembre 2011 dal presidente del Consiglio Mario Monti, portare avanti la riforma dell'Università così come impostata dal suo predecessore.
L'attenzione degli ultimi mesi si è spostata sulla riforma della governance degli atenei, che doveva essere varata entro luglio con la modifica di tutti gli statuti delle università. Ad ottobre 2011 solo 8 università hanno completato l'iter, 39 aspettano l'approvazione del Miur e 32 non hanno ancora presentato il nuovo statuto o sono indietro con l'approvazione a livello di ateneo.
Per il 2011 non è stata ancora distribuita agli Atenei la quota del Fondo di Finanziamento ordinario. Le università più virtuose, quelle con i conti non in rosso, riceveranno un assegno pari a quello ricevuto lo scorso anno. Le altre invece andranno incontro a una perdita massima del 5,75% rispetto a quanto incassato nel 2010. Non ci saranno quindi miglioramenti, a causa della riduzione della quota del Fondo del 3,3% rispetto al 2010.
Sul n. 121 di Universitas sarà disponibile una tabella con gli estremi di tutti i provvedimenti della riforma Gelmini pubblicati in Gazzetta Ufficiale.
Danilo Gentilozzi (novembre 2011)
(Fonte: Italia Oggi del 7 novembre 2011, Parte all'insegna del vecchio il nuovo anno delle università)
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27. Lo Spazio Europeo dell'Istruzione Superiore. Verso il 2020
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