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Quadruplicata dal 2004 la presenza di studenti stranieri a Milano (nel 2010 sono il 4% del totale rispetto al 3,3% di media nazionale), un aumento complessivo della presenza studentesca in città con ben il 10,2% della totalità degli universitari italiani che studia nel capoluogo lombardo: a partire da questi numeri si è sviluppata la tavola rotonda di commento al rapporto dell'Osservatorio Permanente della Qualità della Vita realizzato dall'Associazione MeglioMilano.
Il rapporto, presentato a Milano il 16 novembre, ha preso in esame vari aspetti della vita della città, dall'ambiente alla cultura, dall'economia ai servizi sociali ed ha dedicato uno spazio di approfondimento sul tema dell'istruzione, della formazione e degli sbocchi professionali grazie ai contributi di Cristina Tajani, assessore del Comune di Milano alla sviluppo economico, politiche per il lavoro, università e ricerca, al rettore dell'Università IULM Giovanni Puglisi nonché vice presidente CRUI-Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, ad Anna Soru, ricercatrice Formaper e a Stefano Salina direttore del CAPAC-Politecnico del commercio.
A partire dall'analisi di Anna Soru, emerge l'evidenza che coloro che scelgono di studiare a Milano lo fanno soprattutto perché vedono in Milano una piazza dove meglio collocarsi professionalmente dopo la laurea, anche se la tendenza in atto è quella di un progressivo peggioramento delle tipologie dei contratti che vengono offerti ai laureati. La stabilizzazione di questi contratti è poi legata al settore: la maggior parte dei neolaureati assunti con contratto di stagisti o a progetto nei settori bancario o metalmeccanico vengono regolarizzati, contrariamente avviene nel terziario avanzato, in città molto presente coi settori comunicazione, moda e pubblicità.
Il rettore Puglisi ha confermato questa analisi, sottolineando come nonostante l'attrattività di Milano (il 24% degli universitari degli atenei tecnici di Milano proviene da regioni diverse dalla Lombardia) e la presenza in città di ben sei atenei che coprono l'intera offerta formativa con poli di eccellenza riconosciuti a livello internazionale, la città non si auto-percepisca e non venga vista dall'esterno come 'città universitaria'. Sicuramente c'è molto da fare nell'area dei servizi agli studenti, tuttavia l'immagine della città è essenzialmente legata al tema del lavoro: una Milano che accoglie fra gli altri anche i giovani studenti e a cui gli universitari guardano come luogo delle opportunità, soprattutto in un momento di crisi. Risulta fondamentale, secondo il rettore, che la città continui a dare risposte positive, in termini occupazionali, ai laureati i quali, grazie alla caratteristica peculiare del modello formativo italiano - che unisce la cultura tecnico scientifica a quella umanistica - sono in grado di affrontare meglio un contesto in rapida evoluzione, come conferma il grande successo che i nostri laureati hanno all'estero. La forte presenza di studenti non milanesi a Milano, sottolinea l'assessore Tajani (i milanesi sono 20.000 su una totalità di oltre 170.000) deve diventare per la città e le istituzioni che la governano una grande opportunità di farsi motore di progetti innovativi sia per una sempre più stretta sinergia fra mondo della formazione e mondo delle imprese sia per il rientro in Italia dei migliori 'cervelli' che proprio da Milano sono partiti per una brillante carriera internazionale.
Simona Miano
Nel 2010 il CIMEA ha pubblicato per il Comune di Milano una ricerca dal titolo MISS - Milan International Student Survey sull'attrattività della città e le risposte ai bisogni e alle aspettative degli studenti stranieri.
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