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La crisi economica internazionale e le conseguenti misure di austerità si ripercuotono anche sui bilanci delle istituzioni di istruzione superiore, indebolendone l'autonomia. È quanto affermato dallo studio dell'European University Association (EUA) University Autonomy in Europe II sull'autonomia universitaria in 26 Paesi, pubblicato il 15 novembre 2011, che aggiorna il panorama rispetto alla precedente rilevazione del 2009 (entrambi scaricabili alla pagina web del sito dell'Eua).
L'indagine, sostenuta dall'UE nell'ambito del Lifelong Learning Programme e in collaborazione con la Conferenza dei Rettori in Germania e in Polonia, l'Università di Danimarca e l'Università finlandese di Jyväskylä, si propone di monitorare, comparare e misurare i differenti elementi che caratterizzano i vari stadi dell'autonomia universitaria. L'Estonia e il Regno Unito mostrano le performance d'autonomia migliori, così come l'Irlanda e i Paesi scandinavi e baltici, mentre Grecia e Turchia figurano come fanalini di coda.
In particolare, l'Italia:
- in relazione all'autonomia organizzativa (capeggiata dal Regno Unito) si colloca nella fascia medio-bassa (56%);
- per l'autonomia finanziaria (Lussemburgo al primo posto con 91 punti) ottiene una posizione migliore nella fascia medio-alta (70%);
- per l'autonomia nel reclutamento del personale docente e amministrativo (Estonia al primo posto) si posiziona in fascia medio-bassa (49%);
- per l'autonomia accademica (guidata dall'Irlanda) si piazza ugualmente in fascia medio-bassa (57%).
L'indagine ha evidenziato segnali incoraggianti provenienti dalle numerose riforme, adottate recentemente in molti Paesi, che hanno generalmente ampliato la sfera dell'autonomia. Spesso però sono state introdotte senza fornire alle istituzioni le adeguate risorse umane e il necessario sostegno gestionale; molti sistemi, ad esempio, non consentono agli atenei di ripartire i fondi assegnati, con il risultato di limitare la loro capacità di pianificazione e di sviluppo strategico a lungo termine. Allo stesso modo gli ostacoli posti alle singole istituzioni nel reclutamento del personale e/o nella determinazione dei rispettivi emolumenti si sono rivelati un impedimento in più nell'attirare gli accademici maggiormente talentuosi nell'ambito concorrenziale internazionale.
Scarica il rapporto sul sito dell'EUA.
Maria Luisa Marino
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