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Sono stati pubblicati i due volumi Mapping Mobility in European Higher Education, realizzati per la Commissione europea da un gruppo di esperti (tra i quali DAAD, CampusFrance e HIS), sotto la supervisione dell'Academic Cooperation Association (ACA). Gli studi analizzano i flussi studenteschi universitari e del personale accademico nell'ambito dell'Europa a 32 (27 UE + Svizzera, Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Turchia). Il primo volume affronta i livelli e l'evoluzione complessiva dei flussi migratori per studio incoming e outgoing, sia per periodi prolungati che di breve durata. Il secondo propone un'analisi dettagliata della situazione in 11 dei 32 Paesi europei (tra i quali l'Italia), appositamente scelti per rispettare un bilanciamento geografico tra gli Stati europei (dell'Ovest, del Nord, del Mediterraneo e dell'Est) e tra le dimensioni dei sistemi universitari (piccoli o grandi atenei).
Dai dati del primo volume la mobilità nei 32 paesi europei risulta elevata rispetto al resto del mondo ed è significativamente aumentata negli ultimi anni. Nel 2006/07 il totale degli studenti stranieri accolti ha superato la soglia di 1,5 milioni, pari a oltre la metà (50,9%) del relativo mercato mondiale. Meno sviluppata la mobilità in uscita degli europei, pari nel 2006/07 a complessive 673.000 unità, la metà di quelle ospitate. Per il programma Erasmus, si calcola che tale tipologia di mobilità riguardi un decimo degli studenti esteri con differenze notevoli di distribuzione tra i 21 Paesi europei esportatori, che registrano un saldo negativo tra gli studenti in uscita e quelli in entrata, e quelli importatori (in prevalenza nell'area europea occidentale e settentrionale). Le aree di studio preferite sono filosofia e materie letterarie, scienze sociali, economia, diritto, ingegneria, tecnica industriale e architettura. Meno particolareggiate le informazioni relative alla mobilità dei docenti e del personale universitario, a causa della diversità del mercato del lavoro e delle condizioni e motivazione dei relativi trasferimenti.
Il secondo volume, destinato allo studio dei casi, prende in esame Italia, Germania, Spagna, Francia, Regno Unito, Svezia, Austria, Belgio, Cipro, Estonia e Romania. I dati raccolti (tra i quali quelli delle indagini Eurostudent per l'Italia) evidenziano che l'Italia è il sesto sistema universitario europeo in ordine di attrattività. Dal 2000 la componente straniera ha registrato una crescita del 143,7% mentre è apparso più contenuto l'esodo dei nostri connazionali, pari nello stesso periodo al +4,1%, con una consistenza (25 ogni 1.000 iscritti in Italia) inferiore di un terzo alla media europea (33 ogni 1.000). Si tratta di un corpo studentesco abbastanza eterogeneo, composto da piccoli gruppi provenienti da vari Paesi: Albania (20,7% del totale, con una crescita del 79,4% dal 1998/99), Grecia (8,8% con una flessione del 36% rispetto al 2002/03), Romania (4,3%), Germania (3,7%), Cina (2,9%), Camerun, Polonia, Svizzera, Croazia e Perù. Per Erasmus, Regno Unito (21,5%), Germania (16,6%), Austria (13,8%), Francia (10,6%) e Svizzera (10,2%) sono le mete preferite dagli italiani, mentre le nostre università sono state scelte dagli studenti provenienti da Spagna (29%), Germania (17%), Francia (13%) e Regno Unito (13%), che hanno preferito approfondire gli studi in scienze sociali, economia, diritto, medicina, ingegneria e architettura.
Maria Luisa Marino (16 gennaio 2012)
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