Palumbo, Palermo-Firenze 2011, pp. 158, € 17,50
E-teaching: parola quasi inutilizzata dalle nostre parti (è sufficiente, per rendersene conto, fare una ricerca su Google limitandosi ai soli siti in italiano) a tutto vantaggio dell’abusatissimo termine e-learning, che tecnicamente definisce l’apprendimento per via telematica, e non l’insegnamento con i medesimi strumenti tecnologici. Intorno a questa parola ruota tutto il lavoro di Maria Cinque, brillante ricercatrice, che analizza nei minimi dettagli un fenomeno in costante ascesa destinato a rivoluzionare il modo di fare didattica. E-teaching – Scenari didattici e competenze dei docenti nell’evoluzione del web, edito da Palumbo, afferma un concetto inconfutabile: un docente non può più prescindere dalle nuove tecnologie come Internet se vuole stare al passo con i tempi e di quei dispositivi può servirsi, in modo efficace, per arricchire la propria offerta formativa, come nel caso del “blended learning”. In alternativa, la Rete può diventare veicolo esclusivo dell’insegnamento somministrato a distanza. Niente di nuovo sotto il sole, si potrebbe dire: come ricorda l’autrice, anche il libro – medium che si avvia a diventare “fossile” – educa “in remoto”; la novità rappresentata dal web sta nell’interazione che avviene in tempo reale tra chi istruisce e chi impara o, al contrario, nella possibilità – in assenza di uno scambio sincrono – di usufruire dei contenuti delle lezioni nel momento ritenuto più conveniente dall’allievo. Altri vantaggi risiedono nella multimedialità, cioè nella disponibilità di file audio, video o d’immagine a corredo del testo; nell’opportunità di dialogare con l’insegnante tramite chat o di comunicare con lui mediante una webcam; nel controllo esercitabile sui progressi compiuti da ogni utente (monitoraggio della consultazione dei contenuti, esiti delle verifiche e superamento di ogni tappa del processo di apprendimento).
L’autrice attraversa tutta la materia con disinvoltura, esaminando la storia della formazione a distanza, i vantaggi e gli svantaggi dell’e-learning, i suoi risvolti pedagogici; dedica un intero capitolo ai metodi e agli strumenti informatici con i quali si realizza questa teledidattica di terza generazione (come lei stessa ricorda, citando Dal Fiore e Martinotti, venuta dopo i corsi per corrispondenza prima e i materiali audiovisivi e i Cd Rom poi); affronta il tema dell’evoluzione dell’e-teaching in funzione delle innovazioni che si generano online, quali i social network, il blogging e il microblogging (come Twitter) o il podcasting, cioè lo scarico di file multimediali. Infine, traccia – nelle battute finali della sua documentata ricerca – un identikit dell’e-teacher: «È consapevole del costante impatto delle ICT sull’apprendimento, sulla scuola e sulla società ed è capace di costruire una visione/filosofia personale dell’apprendimento e della pedagogia adatta a una società della conoscenza. Questo implica il raggiungimento di una maturità personale e intellettuale da parte dell’insegnante, che richiede anni per realizzarsi». Un compito arduo, dunque, ma necessario per muoversi adeguatamente in uno scenario didattico che cambia costantemente.
Livio Frittella