Cimea, Roma 2011
Una sorgente di informazioni per capire i differenti modi di valutazione e i processi di conversione dei titoli, studiati dai centri Enic-Naric (network di centri di informazione sul riconoscimento accademico e la mobilità), rappresentati in tutto il mondo da ministeri o enti collegati. Il centro italiano è il Cimea della Fondazione Rui, che opera in convenzione con il Miur.
L’obiettivo da cui parte l’analisi-inchiesta è uniformare realtà universitarie troppo disomogenee, visto che – secondo il questionario inviato ai vari paesi – la maggioranza dei centri Enic-Naric non ha intrapreso alcuna procedura di conversione dei voti. Le ragioni? Dalle risposte arrivate all’équipe del Cimea emergono le difficoltà a convertire in un asettico segno numerico giudizi che sono espressione di un contesto culturale complesso. Un lavoro delicato, quindi, che richiede strumenti adeguati – sia in termini di strutture che di know-how – e sul quale i centri Enic-Naric si stanno impegnando. Gli esperti del Cimea individuano una possibile soluzione nello studio della distribuzione percentuale di voti per uniformare sistemi che utilizzano criteri diversi nelle votazioni. Ad esempio negli Stati Uniti il 9 e il 10 sono frequenti, mentre in Olanda sono molto rari.
Il volumetto presenta quindi i vari criteri universitari di giudizio dei 107 paesi (in ordine alfabetico) che hanno aderito a programmi di internazionalizzazione. Un primo tassello verso il confronto e la possibilità di vedere uniformati i voti.
Marialuisa Viglione