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Nel periodo della grande crisi economica, che si è riverberata inevitabilmente anche sull'istruzione superiore, a ridare nuova linfa a un settore fortemente colpito ci pensano le iniziative come quelle presentate di recente da alcune università statunitensi: la prima si deve agli atenei di Princeton, Stanford, del Michigan e della Pennsylvania, che alla metà dello scorso aprile hanno lanciato insieme Coursera, una piattaforma creata per offrire agli studenti corsi gratuiti on line; poco dopo, agli inizi di maggio, è stato presentato EdX, un progetto dell'università di Harvard e del MIT aventi finalità simili al precedente.
Tali progetti non si limitano a divulgare lezioni registrate, come già fanno molti altri siti (vedi OCW, promosso e gestito dal MIT). Vogliono offrire piuttosto corsi veri e propri, da seguire a distanza e terminare entro un lasso di tempo, senza l'aggravio di alcuna tassa d'iscrizione. Non rilasciano alcun titolo ufficiale né crediti, ma solo un certificato che ne attesta il completamento.
Su Coursera, nata dalla creatività di due professori d'informatica di Stanford, Daphne Koller e Andrew Ng, e già disponibile agli utenti, le quattro università coinvolte hanno investito 16 milioni di dollari. EdX, dal canto suo, inizierà le attività il prossimo autunno ed è il risultato della partecipazione di Harvard a un progetto del MIT di Boston, MITx, che ad oggi offre un solo corso sui circuiti e l'elettronica. Le due università procedono di pari passo, tanto nell'investimento (30 milioni di dollari ciascuna) quanto nella gestione e nel controllo della piattaforma.
Altri atenei in precedenza avevano dato vita a simili iniziative. Basti pensare a quella che finora ha riscosso maggior successo: il corso gratuito d'intelligenza artificiale di Sebastian Thrun, un professore di Stanford, che ha attirato 160.000 studenti di tutti i paesi. Ciò dimostra quanto le università investono nell'insegnamento telematico, da cui sperano di ricavare utili, attraverso la vendita dei corsi o offrendo i propri sistemi agli altri atenei come piattaforma per le lezioni, visibilità, nonché un aumento delle iscrizioni e delle donazioni.
L'entusiasmo sollevato dall'insegnamento sul web trova giustificazione nell'ampia diffusione e nella crescente qualità dei corsi. Senza contare il vantaggio offerto dalla flessibilità e dalle maggiori possibilità di personalizzare l'apprendimento. Tuttavia non bisogna trascurarne gli evidenti limiti. I corsi on line si confanno perfettamente alle materie linguistiche e tecniche, per nulla a quelle umanistiche. Alla diffusione capillare si contrappone la disparità tra una grande quantità di studenti e un esiguo numero di docenti, a discapito dei metodi di valutazione e correzione del loro operato. Senza contare che l'insegnamento a distanza demotiva gli alunni e ciò è comprovato dall'alto tasso di abbandoni. Si avverte, secondo l'opinione generale, la mancanza di un contatto diretto con i docenti, che costringe gli studenti a un maggior ricorso all'autodidattica.
E' vero che la rete rende l'informazione universalmente accessibile, ma è solo il primo passo verso l'apprendimento. Rimane aperta la questione sui benefici reali dell'utilizzo di internet come canale preferenziale per l'insegnamento.
Elena Cersosimo (20 giugno 2012)
(Fonte: Aceprensa, 10 maggio 2012 - Internet es la gran universidad abierta)
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