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Nel 2011, a 4 anni dalla laurea e a un anno dal conseguimento del titolo magistrale, i laureati occupati risultano essere solo il 58,2% del totale. Lo evidenzia l'indagine dell'ISTAT "I laureati e il lavoro. Indagine 2011 sui laureati del 2007", che conferma i risultati del "XIV Rapporto Almalaurea sulla condizione occupazionale dei laureati". Rispetto alla precedente edizione del 2004, l'Istat ha evidenziato la riduzione della quota degli occupati (dal 73,2% nel 2007 al 71,5% nel 2011) e l'aumento del numero di coloro che sono ancora alla ricerca di un lavoro (dal 13,5 nel 2007 al 15,2% nel 2011).
In difficoltà i laureati del Mezzogiorno
Si acuisce il divario territoriale Nord - Sud, sia nell'ambito dell'attività lavorativa che - secondo Almalaurea - nella lievitazione del differenziale delle retribuzioni. A distanza di 4 anni - quasi un laureato al Sud nel 2007 su tre (27%), è risultato ancora impegnato a trovare un'attività. Tra gli occupati, circa il 30% di coloro che prima della laurea vivevano al Sud, è emigrato e inserito in attività lavorative nel Centro Nord.
Requisiti per accedere all'occupazione professionale
Per entrare nel mondo del lavoro, ciò che principalmente conta è la specializzazione tecnologica delle imprese e il livello di istruzione degli imprenditori. Gioca un effetto non secondario la tipologia di laurea conseguita: tra le lauree, trovano facilmente lavoro i laureati dei corsi afferenti alle classi delle professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche (circa il 95% è occupato). Tra le lauree magistrali, i risultati occupazionali migliori spettano ai corsi di ingegneria meccanica, gestionale ed elettronica; architettura; ingegneria edile; scienze economico - aziendali. Situazione più critica, con tassi occupazionali inferiori al 40%, per i laureati di scienze biologiche, scienze della terra, lettere e filosofia e per i dottori magistrali dei corsi dei gruppi biologico e letterario.
Calano le retribuzioni
Nel periodo 2010-2011, evidenzia Almalaurea, sono calate anche le retribuzioni medie (€1.105 mensili netti per i laureati di 1° livello, €1.050 per i laureati dei corsi a ciclo unico e €1.080 per i laureati di secondo livello), che hanno perso ulteriormente potere d'acquisto rispetto alle precedenti rilevazioni del 2007 e del 2010. Sono diventate più frequenti le forme contrattuali a tempo determinato e interinale, il lavoro parasubordinato e il lavoro nero, dimostrando ulteriormente che i giovani stentano a diventare protagonisti del necessario ricambio generazionale. Non a caso, tra gli elementi più appaganti del lavoro svolto, prevale l'indicazione degli aspetti ideali (grado di autonomia nel lavoro, mansioni svolte e possibilità di carriera) rispetto al trattamento economico.
L'importanza della laurea è evidenziata dalle statistiche internazionali di Eurostat, dell'OCSE, e di Eurydice, che mostrano come i laureati risultino in definitiva meno penalizzati dei diplomati nel trovare un'occupazione (+11%).
Maria Luisa Marino (giugno 2012)
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