Edizioni Terra Santa, Milano 2012, pp. 248, € 18,50
Gli equilibri nell’area non sono ancora stabili, né chiari, ma il 2011 sarà comunque ricordato come l’anno che ha mescolato tutte le carte in Medio Oriente, una regione già piena di difficoltà e di contraddizioni, dove la situazione è in costante evoluzione.
La prefazione di Giuseppe Caffulli e l’articolo introduttivo di Samir Khalil Samir forniscono un quadro generale indispensabile per comprendere lo sfondo di queste ribellioni sanguinose e inarrestabili, dove i giovani e i social network hanno avuto un ruolo di primo piano, nonostante l’altissimo livello di analfabetismo che affligge l’area.
Il volume è suddiviso per Paesi: per ognuno di essi una cartina fornisce la collocazione geografica e una scheda sintetica aiuta a seguire il percorso storico-politico che ha portato alla situazione attuale.
Manuela Borraccino ha cercato di dipanare una matassa inestricabile grazie a una puntuale documentazione e a numerose interviste. L’autrice, inoltre, dà voce alla critica posizione della minoranza cristiana, schiacciata tra l’intolleranza integralista e la crescita dell’islam politico. Il risultato è una lettura agile e scorrevole con il non sottovalutabile pregio della chiarezza, nonostante la complessità dei temi affrontati.
Il volume evidenzia problemi inquietanti e dai risvolti imprevedibili: l’area è una bomba innescata, la cui esplosione avrebbe ricadute gravissime anche sull’Occidente. Europa e Stati Uniti potrebbero svolgere un ruolo di mediatori per favorire un processo di stabilizzazione sociale e politica? Le difficoltà sono molte, a cominciare da culture molto distanti dalle nostre, che non conoscono la democrazia e impregnate di religione in ogni parte della vita sociale. Forse bisognerebbe cominciare a ragionare secondo nuove prospettive: invece di continuare a parlare di pacifismo dovremmo diventare pacificatori.
Isabella Ceccarini