Servizio informazione e documentazione CUN-Comunicare Università, pp. 423
Quattro anni di CUN per l’università, curato da Emanuele Toscano, cerca di fare il punto sulle attività del Consiglio Universitario Nazionale nel periodo 2007-2010. Il volume, suddiviso in sette capitoli, contiene testi di Andrea Lenzi, Mario Morcellini, Enzo Siviero, Paolo Rossi, Vincenzo Russo, Andrea Stella, Fabio Naro, Francesco Favotto, Massimo Realacci, Agnese Ferrara, Emanuele Toscano. Ad ogni capitolo, ove necessario, sono stati allegati Pareri, Mozioni e Documenti di lavoro in esteso.
Il CUN è un organo che rappresenta tutte le componenti del mondo universitario – studenti, docenti, personale tecnico-amministrativo, presidi, rettori, dirigenti amministrativi – e svolge una funzione di anticipazione e armonizzazione delle istanze che provengono dal mondo dell’università con quelle che vengono dagli organi politici e d’indirizzo, nonché dalle altre parti interessate.
«Il mondo accademico – spiega il presidente Andrea Lenzi nell’introduzione – attraverso l’opera del suo organo di rappresentanza, il CUN, ha compiuto una serie di micro-rivoluzioni che rappresentano la migliore risposta a una campagna mediatica negativa di inusitata violenza, intesa a dipingere la comunità universitaria italiana come l’insieme dei peggiori vizi nazionali. Il CUN, di concerto e in piena sintonia con il mondo universitario, ha risposto in modo chiaro e in tempi brevi a un’opinione pubblica che chiedeva a gran voce maggiore comunicazione e trasparenza nei criteri di selezioni dei docenti, nonché parametri certi per valutarne oggettivamente l’attività e la produttività e una riduzione della frammentazione e del particolarismo accademico».
Sul tema ormai ampiamente consolidato nel mondo accademico del concetto e del valore della valutazione esterna (in alternativa all’autoreferenzialità), il CUN ha chiesto al ministro di mantenere attivi gli attuali organismi di valutazione (CNVSU e CIVR) e di commisurare il finanziamento premiale «in base a parametri chiari, ma anche commisurati proporzionati e articolati in funzione della varietà e complessità del sistema universitario italiano».
Il CUN ha avanzato una proposta riguardante gli indicatori di attività scientifica e di ricerca da utilizzare proprio per quelle valutazioni concorsuali che tante discussioni sollevano sugli organi di stampa; già nel 2008 aveva proposto di modificare i concorsi nazionali «adottando, in uno spirito di maggiore trasparenza, lo schema di un’abilitazione nazionale a lista aperta, affidata ad una valutazione scientifica dei criteri oggettivi e seguita da un concorso su base locale».
Tra le altre “micro rivoluzioni” proposte, va ricordata la messa a punto di un sistema per la valutazione della produttività dei singoli docenti universitari che potrebbe consentire la valorizzazione e incentivazione delle eccellenze; il CUN ha proposto di avviare l’Anagrafe nazionale dei professori e dei ricercatori che, come spiega Lenzi, «permetterà di rendere accessibile e verificabile l’impegno di ogni docente nella sua attività didattica, scientifica, gestionale e accademica. In questo modo sarà possibile passare dalle generiche e generalizzate accuse di inefficienza a una puntuale valutazione del carico lavorativo e produttivo del singolo docente».
Altra novità riguarda la riorganizzazione della classificazione delle discipline universitarie, la cui eccessiva parcellizzazione è vista da molti come una delle cause sia della proliferazione dei corsi di laurea, sia delle criticità nei concorsi per il reclutamento e la progressione di carriera. Nel 2009 il CUN ha approvato e reso pubblico il proprio parere generale, sul riordino dei settori scientifico disciplinari che ha ridotto gli stessi da 370 a 192.
«La comunità accademica italiana – afferma Lenzi – attraverso il CUN ha suggerito in qualche modo che il rinnovamento del sistema universitario può realmente avviarsi sulla strada della valutazione, della trasparenza e dell’internazionalizzazione. [...] Il sistema universitario si sta sempre più orientando verso criteri di efficienza promossi in questi 4 anni dal CUN e condivisi dalla comunità. Proprio in virtù di questa sua documentata capacità il CUN gestirà, insieme al Ministero e ad altre istanze la fase di applicazione della riforma universitaria, sia dando i suoi pareri ai decreti collegati, sia, e soprattutto, nella predisposizione della cornice condivisa all’interno della quale devono giocare gli attori del sistema».
Luca Cappelletti