Dg pocket di Girolamo, 160 pp., 9,90 euro
L'autore, docente di Storia della filosofia all'Università di Catania, definisce debole il sistema universitario italiano, a partire dai finanziamenti, e fa i confronti con l'Europa e con gli Stati Uniti. Un esempio di anomalia: l'Italia investe sempre meno in ricerca e sviluppo con danni notevoli anche all'economia. Se Harvard – la prima università nelle classifiche mondiali – ha ricevuto nel 2009 un totale di 705 milioni di dollari di finanziamento federale e non, l'Italia ha speso per tutte le sue università 105 milioni di euro (137 milioni di dollari) e cioè il 19,3%di quello che riceve la sola Harvard. Eppure nonostante questi dati disarmanti i ricercatori italiani distanziano di poco quelli americani. Altro dato positivo, a livello europeo, è la priorità riconosciuta agli aiuti al sistema universitario per la ricerca e l'innovazione.
Gli Stati Uniti avevano scoperto nel dopoguerra l’importanza dell’università per l’economia del paese: nel 1945, lo scienziato Vannevar Bush vedeva in essa il motore dell'eccellenza americana nel campo della ricerca e dello sviluppo, strettamente legati all'innovazione e alla crescita economica.
L'Europa, nell'ambito della Strategia di Lisbona, dal 2003 ha assegnato all'università un ruolo centrale, strategico per lo sviluppo umano, sociale ed economico. Anche l’Italia ha sottoscritto l'accordo: peccato però che – in contraddizione a Lisbona – i finanziamenti statali per l'università siano stati ridotti.
L’autore analizza i dati, la classifica di università italiane ed europee, statali e non statali, sottolinea come l'università statale sia posizionata meglio in classifica di quella non statale, e smaschera luoghi comuni come quelli relativi allo stipendio dei docenti italiani. Secondo Coniglione non è sicuro che basti aumentare i finanziamenti alle università per migliorare la situazione; ritiene invece che questo sia indispensabile solo dopo una riforma strutturale anti-baronati e anti-corruzione e che agevoli la ricerca, soprattutto quella di base.
Il volume mette in evidenza e aiuta a capire carenze e contraddizioni del nostro sistema universitario, ma segnala anche un dato positivo: la capacità dei ricercatori italiani di difendersi pubblicando più di altri e con ricerche di altissimo livello in campo medico, ingegneristico e aerospaziale.
Marialuisa Viglione