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È stata pubblicata la prima edizione del rapporto Eurydice National Student Fee and Support Systems 2011/12[1]. Esso è un vademecum per orientarsi nel panorama delle tasse universitarie pagate dagli studenti in Europa e delle misure nazionali per sostenerli, nonché uno strumento particolarmente utile anche per la mobilità studentesca. L'iniziativa sarà d'ora in poi ripetuta ogni anno per fare il punto sulle modifiche eventualmente intervenute.
In generale le tasse universitarie sono più consistenti per chi proviene da Paesi non-UE e per tutti sono più elevate a seconda dei cicli di studio: dai risultati del rapporto emerge un aumento sostanzioso per il titolo Master (corsi di 2°ciclo o laurea magistrale) ove sono mantenute anche nella fattispecie degli Stati che le hanno eliminate al 1° livello.
Le differenze più forti riguardano tre elementi, tra loro strettamente compenetrati.
Tasse universitarie
Non sono previste soltanto in 9 Paesi: Austria, Cipro (1°livello), Danimarca, Finlandia, Grecia, Malta (1°livello), Norvegia, Regno Unito (solo Scozia 1°livello) e Svezia. Dal 2012/13 però anche 2 Lander tedeschi (Baviera e Bassa Sassonia) su 14 hanno deciso di introdurle. La misura più elevata è nel Regno Unito, con valori oscillanti dal 1° settembre 2011 tra 6.000 e 9.000 sterline. Nell'Irlanda del Nord l'ammontare di £3.465 è stato abbinato alla sola inflazione corrente; nel Galles invece il costo aggiuntivo per i nazionali è coperto a livello pubblico anche nel caso di studi effettuati altrove.
Quote degli studenti che pagano le tasse
In larga parte l'onere è distribuito sull'intera popolazione studentesca e grava sulla maggioranza degli iscritti in 7 Paesi: Belgio (Comunità francese), Estonia, Francia, Ungheria, Italia, Lettonia e Romania. In altri 4 (Croazia, Germania, Lituania e Slovenia) grava soltanto su una parte di essi.
Sistema dei prestiti e le forme di sostegno
In 16 dei 34 Paesi esaminati (soprattutto quelli nordici, quelli dell'Est europeo, Inghilterra e Turchia) i prestiti vengono contratti da oltre il 5% della popolazione studentesca e costituiscono una delle principali forme di sostegno. Svolgono un ruolo di primo piano anche gli assegni familiari e le agevolazioni fiscali. Generalmente i Paesi nordici privilegiano interventi di aiuto ai singoli studenti, altrove sono maggiormente prese in considerazione le condizioni economiche della famiglia di origine.
Luigi Moscarelli (settembre 2012)
[1] Il Rapporto è stato elaborato per la Commissione Europea dalla Rete Eurydice, coordinata da Education Audiovisual and Culture Executive Agency (EACEA) e composta dalle unità nazionali dei 27 Paesi membri, oltre a quelle di Croazia, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Serbia, Svizzera e Turchia.
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