|
|
|
|
Al 70% dopo il diploma scelgono l'università, spesso seguono il consiglio dei genitori per seguire corsi standard (giurisprudenza, medicina, economia), non conoscono le nuove professioni richieste dal mercato e sono disposti a tutto, tranne che a frequentare un corso di formazione extra-universitario. Questo è l'identikit degli studenti del Sud Italia in base ai dati raccolti dagli organizzatori del salone OrientaSud, che quest'anno giunge alla tredicesima edizione (Napoli, 11-13 ottobre 2012).
Nella scelta degli studi universitari, gli studenti del Sud si lasciano spesso influenzare dai genitori sul luogo di studio e sul tipo di facoltà. Preferiscono corsi di natura scientifica e sociale alle lauree umanistiche, anche se non rifiutano del tutto l'idea di iscriversi a una facoltà letteraria. L'importante è che la scelta comporti grandi potenzialità sul fronte professionale.
Il Sud non offre molti corsi di specializzazione extra-accademici nelle nuove professioni richieste dal mercato del lavoro. Per questo gli studenti meridionali preferiscono affidarsi all'insegnamento universitario, piuttosto che cercare un percorso di studi differente. La formazione universitaria è vista come unica possibilità per emergere e trovare un lavoro redditizio; l'unico problema è orientarsi tra oltre 5 mila corsi di studio.
Quale potrebbe essere una soluzione? "La nostra proposta", spiega Mariano Berriola, presidente di OrientaSud, "è quella di provare a cambiare l'offerta didattica scolastica, rendendola più aderente ai bisogni dei ragazzi; ad essi vanno forniti, sin dalle aule scolastiche, gli strumenti più idonei per arrivare con più competenze e maggiore consapevolezza al momento della scelta che condizionerà il loro futuro. Mai come in questo periodo i ragazzi hanno bisogno di fiducia, di poter pensare in positivo a un loro progetto di vita, di studio e di lavoro".
Danilo Gentilozzi (10 ottobre 2012)
|
|
|