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Siria: Usa ed UE lanciano una campagna per salvare docenti e studenti
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L'Unione europea e diverse istituzioni culturali statunitensi guidate dall'Institute for International Education (IIE) hanno lanciato una raccolta fondi per 5 milioni di dollari e una campagna di sensibilizzazione per mettere in salvo nelle università straniere studenti e docenti siriani dalla guerra che scuote il regime di Bashar al Assad.
La delegazione europea con sede a Damasco ha esteso il programma Erasmus Mundus a studenti siriani fuori e dentro il Paese, in particolare quelli nelle città in maggior pericolo: il programma offre borse di studio da un minimo di tre mesi a un massimo di tre anni sia a studenti che a docenti e personale amministrativo per lavorare in università in partenariato, come la britannica Cardiff Metropolitan University o la Technischen Universitat di Berlino. Negli Stati Uniti la campagna dell'IIE, lanciata in occasione della Clinton Global Initiative, è promossa tra gli altri dall'Illinois Institute of Technology e dall'organizzazione non governativa Jusoor ("ponti" in arabo).
Tra gli obiettivi dei progetti dell'IIE figurano: l'istituzione di un Fondo di Salvataggio accademico per almeno 15 docenti senior minacciati in Siria; un Fondo di emergenza per prestiti a 100 studenti che hanno dovuto interrompere gli studi a causa della crisi; borse di studio per 50 studenti per frequentare l'Illinois Institute of Technology e la creazione di un consorzio di università nel mondo che offrano borse di studio agli studenti siriani in pericolo, con l'obiettivo di almeno 50 borse di studio disponibili già nel 2013.
"Le nostre due priorità sono il coinvolgimento attivo della comunità accademica globale e il sostegno finanziario: ci servono campus di accoglienza e ci servono soldi per le borse di studio" ha spiegato Daniela Kaiths, vicepresidente per lo Sviluppo strategico dell'IIE. E, ha aggiunto, l'aiuto materiale e logistico deve arrivare "in fretta".
Il conflitto in Siria è entrato in una spirale di violenza dalla quale non si intravvedono per il momento vie d'uscita: si calcola che siano già 300.000 i rifugiati siriani in Turchia, Libano, Giordania e che, se non cessano gli scontri fra i jihadisti e l'esercito fedele ad Assad, altri 400.000 lasceranno il Paese entro la fine dell'anno. Fino ad oggi ci sono state almeno 25.000 vittime e circa 30.000 arresti.
Manuela Borraccino (11 ottobre 2012)
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