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Subito dopo la chiusura del periodo estivo si sono riaffacciate all'attenzione dei media, come di consueto, le classificazioni delle università. I ranking di carattere internazionale non hanno sorprese rilevanti rispetto alle precedenti edizioni. In questo articolo, però, vogliamo dare due chiavi di lettura: il ruolo delle università italiane a livello internazionale (classificazioni QS - Quacquarelli Symonds e Times Higher Education); le università di eccellenza in Italia (classificazioni Repubblica/Censis e Il Sole 24 Ore).
QS World University Rankings 2012/2013 Pubblicata l'11 settembre 2012, la nona edizione del ranking di Quacquarelli Symonds fissa la graduatoria delle migliori 700 università del mondo in base a determinati indicatori[1], sondaggi di opinione e le citazioni prese dal database di pubblicazioni accademiche Scopus. Al primo posto il Massachusetts Institute of Technology di Boston. Cambridge è la prima università europea. La prima italiana è l'Alma Mater di Bologna (194 posto), l'unica del nostro paese tra le prime duecento, che però rispetto allo scorso anno ha perso 11 posizioni. Migliorano la posizione rispetto al 2011 l'Università di Milano (dal 275° al 256°), il Politecnico di Milano (da 277° a 244°), Pisa (da 322° a 314°) e Roma Tor Vergata (da 380° a 336°). Nel complesso, però, migliorano i risultati italiani nell'eccellenza nel campo della ricerca e nel numero complessivo di università presenti nel ranking (22), 1 in più rispetto al 2011 (l'Università degli Studi di Bari).
THE World University Rankings 2012-13 Il ranking del Times Higher Education premia, invece, il California Institute of Technology. Al secondo posto, a pari merito, l'Università di Oxford e l'Università di Stanford. Sulle 14 università italiane presenti nella classifica, la prima è ancora una volta l'Alma Mater di Bologna (posizione 226-250), che precede di pochi punti l'Università degli Studi di Milano e l'Università di Milano-Bicocca. Le prime cinque università italiane hanno perso tutte qualche posizione. C'è chi sta peggio, però. Il Portogallo ha la prima università nel gruppo di posizioni 351-400. La classifica di THE usa 13 diversi indicatori di performance, che analizzano la forza dell'istituzione all'interno delle sue principali missioni (insegnamento, ricerca, trasferimento delle conoscenze, impatto internazionale).
Grande Guida Università - Repubblica/Censis Una delle classificazioni nazionali più attese è quella pubblicata ogni anno dal quotidiano Repubblica in collaborazione con il Censis, all'interno della Grande Guida Università Repubblica/Censis. La Guida, pubblicata il 19 luglio 2012, oltre a dare informazioni pratiche sulle università, offre anche l'elenco delle migliori facoltà. Troviamo le eccellenze all'Alma Mater di Bologna (che ha le migliori facoltà italiane di Psicologia, Agraria e Scienze Politiche), all'Università di Padova (Economia, Medicina e Chirurgia, Medicina Veterinaria, Scienze matematiche) e all'Università di Udine (Lettere e filosofia, Lingue, Scienze della Formazione). Nella classifica generale, frutto della valutazione di più indicatori (servizi, strutture, internazionalizzazione, spese per diritto allo studio), Bologna è l'ateneo principale tra gli atenei "mega" (oltre 40 mila iscritti), Pavia fra quelli "grandi" (20 mila - 40 mila iscritti), Siena tra i "medi" (10 mila - 20 mila iscritti), Camerino tra i "piccoli" (fino a 10 mila iscritti). Tra i Politecnici, leggera preferenza per Torino su Milano. Come si può intuire da questi dati, male il Sud.
Il Sole 24 Ore Precedente di qualche giorno rispetto a quella di Repubblica/Censis è la classifica del Sole 24 Ore (16 luglio 2012). Sulla base di dieci indicatori (Immatricolati con voto di maturità non inferiore a 90/100, Attrattività, Dispersione al secondo anno, Rendimento, Laurea nei tempi, Rapporto studenti/docenti, Occupazione laureati, Fondi interni per la ricerca, Fondi esterni per la ricerca e Personale occupato in attività di ricerca) il primato non poteva che andare ai Politecnici: Milano prima e Torino seconda. Al terzo posto, a sorpresa, l'Università di Modena e Reggio Emilia. Tra le non statali, primato assoluto alla Bocconi di Milano e all'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Terzo posto per la Luiss di Roma. Anche in questo caso, male le università del Sud.
Danilo Gentilozzi (ottobre 2012)
[1] Qualità della ricerca, occupazionalità dei laureati, risorse dedicate all'insegnamento, impegno alla internazionalizzazione.
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