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Il 46° Rapporto annuale CENSIS sulla situazione sociale del Paese, presentato alla stampa il 7 dicembre 2012, evidenzia come nell'anno in cui le difficoltà economiche ed i conseguenti effetti sull'occupazione hanno posto in primo piano il problema della sopravvivenza, hanno cominciato ad emergere segnali di riposizionamento anche in merito alle scelte di studio e di lavoro dei giovani, che preferiscono indirizzarsi verso percorsi formativi dai contorni professionali più certi.
? aumentato dell'1,9% il peso delle preiscrizioni agli istituti tecnici e professionali, mentre le immatricolazioni universitarie in calo (- 3% nell'anno in corso che si aggiunge al -6,3% dello scorso anno) hanno privilegiato i percorsi di formazione tecnico-scientifica rispetto ai corsi di laurea di tipo umanistico-sociale. Viene fotografato un sistema universitario compresso tra disillusione giovanile e i processi di cambiamento, laddove il ripiegamento del numero di immatricolati non dipende né da fattori demografici, né da un minore grado di scolarità superiore (nell'ultimo quinquennio il numero di diplomati è aumentato da 449.693 a 459.678 (+2,2%)), bensì da un minor passaggio dall'istruzione superiore all'università.
Lombardia, Emilia Romagna e Lazio sono le tre regioni che nel 2012 sono risultate più attrattive dell'utenza fuori sede, mentre Puglia, Sicilia, Veneto e Campania capeggiano quelle che disperdono più facilmente i propri studenti universitari.
Fenomeno altamente positivo: l'aumentata propensione degli studenti ad effettuare periodi di studio oltre i confini nazionali, nonostante le difficoltà economiche delle famiglie di origine.
Maria Luisa Marino (12 dicembre 2012)
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