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Negli Stati Uniti quasi uno studente internazionale su due proviene dalla Cina, dall'India o dalla Corea del Sud. Tale conclusione ha portato un crescente numero di istituzioni universitarie statunitensi a cercare studenti tra una più ampia gamma di paesi, per ridurre i rischi connessi ad un'eccessiva dipendenza da mercati specifici, rafforzare le prospettive di crescita delle iscrizioni e diversificare il proprio corpo studentesco.
Nell'indagine condotta dall'Associazione no-profit World Education Services (WES), dal titolo "Beyond More of the Same: The Top Four Emerging Markets for International Student Recruitment", sono stati identificati quattro mercati emergenti, assieme alle strategie da mettere in atto nel breve termine per affrontarli con successo.
Si tratta, in ordine d'importanza, di paesi quali: Arabia Saudita, che nel corso degli ultimi dieci anni ha visto aumentare di tre volte la mobilità studentesca internazionale, diretta prevalentemente verso gli USA (23.000 studenti iscritti nell'anno 2010/2011); Brasile, sesta economia al mondo, che grazie ad un imponente programma di borse di studio statali nei prossimi quattro anni vedrà aumentare in modo cospicuo le iscrizioni degli studenti brasiliani nei campus statunitensi; Vietnam, che nell'ultima decade è stato testimone di un incremento delle iscrizioni negli atenei americani, giunte alla cifra record di 14.888 nell'anno 2010/11; e infine Turchia, classificatasi tra i primi dieci paesi d'origine degli studenti internazionali negli USA dal 2000/2001, con 12.000 attualmente presenti nelle istituzioni americane.
I mercati emergenti rappresentano opportunità e sfide, per cui si rende necessario da parte delle istituzioni confrontare i vantaggi del reclutamento con i potenziali rischi e le incertezze derivanti dall'ampliamento dei propri sforzi. Secondo gli autori del report l'approccio più efficace da adottare è il cosiddetto "portfolio approach", che consta di due tattiche: si parte dalla costruzione di un portafoglio di paesi per poi passare alla realizzazione di un portafoglio di pratiche. Tale orientamento consentirebbe di utilizzare le risorse istituzionali con efficienza, limitare i rischi e raggiungere gli obiettivi di reclutamento.
Elena Cersosimo(6 febbraio 2013)
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