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Il 28 gennaio 2013 è stata adottata in Francia la Charte pour l'égalité des femmes et des hommes, sottoscritta da Genévieve Fioraso e Najat Vallaud-Belkacem, rispettivamente Ministri dell'Università e delle Pari Opportunità, congiuntamente ai Capi delle tre Conferenze - dei Presidenti di Università (CPU), delle Scuole di Ingegneria (CDEFI) e delle Grandes Ecoles (CGE) - in rappresentanza di 300 istituzioni di insegnamento superiore.
Il numero delle studentesse oltrepassa abbondantemente quello dei maschi, ma la presenza femminile diminuisce proporzionalmente all'innalzarsi della loro posizione gerarchica all'interno del sistema universitario: secondo le più recenti statistiche le donne costituiscono il 24% dei docenti, il 27% dei membri del Comité central, l'8% dei Dirigenti e il 15% del personale in servizio nei poli della ricerca universitaria. E dal 2008 al 2012 si è dimezzato il numero delle donne Presidenti di Università, passato da 16 a 8. Anche le scelte disciplinari studentesche francesi, peraltro non dissimili dalle nostre, denotano tendenze in funzione del sesso: più orientate le ragazze verso le aree linguistiche, delle arti e delle scienze umane e sociali; maggiormente rivolti i ragazzi verso l'area scientifica. Sul piano internazionale - con la media del 43% raggiunto nel 2009 - la Francia si posiziona ad di sotto della media OCSE (46%) in relazione alle presenze femminili tra i laureati, appena davanti a Paesi Bassi e Belgio, ma dietro l'Islanda (63%), gli Stati Uniti (52%) e il Regno Unito (45%).
Entro la primavera il piano d'azione avviato sarà seguito e consolidato dalla prevista adozione degli idonei provvedimenti legislativi per rendere effettiva la parità uomo-donna nei rapporti contrattuali, nella promozione dell'insegnamento sulle parità da inserire in tutte le discipline e nelle azioni di prevenzione e di lotta alla violenza.
Maria Luisa Marino (18 febbraio 2013)
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