Egea, Milano 2012, pp. 240, € 24
È il “mondo di ieri” della Bocconi e di un certo establishment che ha tenuto banco nell’economia e nell’imprenditoria italiana quello rievocato da Luigi Guatri. Molto più di un libro-intervista: nei tredici ritratti del terzo volume della serie raccolti dal giornalista Ermes Zampollo, il rettore emerito della Bocconi ricostruisce un mondo scomparso per sempre: quello nel quale i compensi dei docenti erano puramente simbolici, e occorreva integrare il magro stipendio con prestazioni come commercialisti o agenti di Borsa, o quello in cui il corso di studi era talmente difficile e selettivo che per molti studenti lo sbarramento di esami del secondo anno si trasformava in «un’ecatombe», costringendo molti a cambiare ateneo.
Docente per mezzo secolo alla Bocconi e rettore dal 1984 al 1989, poi vicepresidente dal 1999, Guatri rievoca attraverso personalità come Giorgio Pivato, Aldo de Maddalena e molti altri come siano cambiati insegnamento e studio dell’economia nella seconda metà del Novecento in Italia: come si sia passati, ad esempio, dalla disciplina di Tecnica industriale e commerciale a quella di Marketing che negli anni Cinquanta era ancora un termine «straniero». Guatri ricorda come negli anni della contestazione studentesca l’imperativo fosse “Salvare la Bocconi” anche a costo, come avvenne, di chiudere la facoltà di Lingue senza consultarsi con l’allora rettore Innocenzo Gasparini. Rievoca come alla fine degli anni Settanta si arrivò al piano quinquennale di interventi per assicurare alla Bocconi l’autonomia finanziaria, e poter fare a meno delle donazioni di provenienza opaca da parte di aziende e privati, come i 500 milioni di lire elargiti dal banchiere Guido Calvi qualche tempo prima del crack del Banco Ambrosiano.
Indimenticabili i ritratti dell’economista e giornalista Libero Lenti, o quello del prof. Sergio Saccà, che tanto si spese per l’affermazione della meritocrazia nella battaglia per i concorsi a cattedra: «una battaglia, in questo nostro Paese, disperata e forse inutile – sospira Guatri – poiché dove prevale il nepotismo non può prevalere la giustizia!».
Non mancano gli anni vissuti alla storica Università di Parma con Giovanni Ferrero, fino al legame con il medico Alfonso Garagiola e al ritratto dell’amatissima moglie Lina, scomparsa a 83 anni nel dicembre 2010.
Ricordato come rettore anche per l’accelerazione impressa all’internazionalizzazione della Bocconi, Guatri offre con il terzo volume di Li ho visti così un viaggio ideale alla scoperta di come la Bocconi è diventata l’università di eccellenza che è oggi, grazie all’impegno, alla dedizione, alla passione per il lavoro e all’imprenditorialità di tanti eccellenti intellettuali prestati all’economia e all’insegnamento.
Manuela Borraccino